Le zecche, insetti pericolosi per la salute – Come evitarle
In queste ultime settimane si è parlato spesso di zecche e delle loro pericolose punture. Si tratta infatti di insetti che possono arrecare danni anche gravi alla salute dell’uomo. Ecco perché è importante avere alcune informazioni utili sui luoghi dove è possibile incontrarle, e sulle indicazioni da seguire per evitare che possano portarci a patologie potenzialmente molto serie.
Zecche, dove si trovano
Al giorno d’oggi non è così impossibile ritrovarsi una zecca piantata sulla pelle se si frequentano zone prealpine e alpine sotto i 1500 metri. In molte zone la zecca è addirittura endemica ed è importante riconoscerla subito, esaminando bene il corpo nostro e quello dei nostri bambini, dopo essere stati in mezzo alla natura.
E’ fondamentale, infatti, toglierla nel modo giusto, facendo sì che non rimanga nessuna parte dell’insetto all’interno, e tenere la situazione monitorata se nelle settimane successive compaiono dei sintomi che possono far pensare alla Borrelia.
Di per sé, il morso della zecca non dà problemi, ma questi piccoli animali possono essere vettori di malattie batteriche (come la Borrelia, o Malattia di Lyme) o virali (come la TBE)). Le patologie infettive veicolate da zecche che presentano rilevanza epidemiologica nel nostro Paese, oltre alle due già citate sono la rickettsiosi, che viene trasmessa principalmente dalla zecca del cane, la febbre ricorrente da zecche, la tularemia, la meningoencefalite da zecche, e l’ehrlichiosi (con l’anaplasmosi sono infezioni provocate dalle zecche che causano febbre, brividi, dolori muscolari, cefalea e una sensazione diffusa di malessere. I sintomi dell’ehrlichiosi e dell’anaplasmosi sono simili, ma è meno probabile che l’anaplasmosi causi un’eruzione cutanea).

Zecche, una tipologia di artropodi
Anzitutto, le zecche sono artropodi, appartenenti all’ordine compreso nella classe degli aracnidi, la stessa di ragni, acari e scorpioni e ciò significa che hanno otto zampette come i ragni. Sono parassiti esterni, delle dimensioni che variano da qualche millimetro a circa 1 centimetro, secondo la specie e lo stadio di sviluppo.
Il corpo tondeggiante e il capo non distinguibile dal corpo è munito di un apparato boccale in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue degli ospiti. La caratteristica della zecca è quella di inserirsi sottopelle, e diventare sempre più profonda col passare delle ore.
Il problema è che la zecca sulla pelle non dà sintomi, perché inocula nell’ospite la propria saliva, che contiene principi anestetici. Per questo non ci si accorge subito di essere stati punti. Il morso di zecca, poi, solitamente non è doloroso né dà prurito, se non una volta estratta, quando si forma il pomfo.
Come si toglie una zecca: cosa fare e cosa non fare
Di solito le zecche rimangono attaccate all’ospite per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni, e poi si lasciano cadere spontaneamente. È importante, però, che esse vengano rimosse entro un paio di giorni dal morso, per ridurre la quantità di veleno che possono aver inoculato.
Cosa non fare:
- non utilizzare mai per rimuovere la zecca: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto e un ulteriore affondamento del parassita nella pelle dell’ospite.
Cosa fare:
- la zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione. Attualmente si possono trovare in commercio degli specifici estrattori che permettono di rimuovere la zecca con un movimento rotatorio
- durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni
- dopo la rimozione della zecca, disinfettare la zona, evitando l’utilizzo di disinfettanti che colorano la cute, come la tintura di iodio
- evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla, le mani devono essere protette (con guanti) e poi lavate
- spesso il rostro rimane all’interno della cute: in questo caso deve essere estratto con un ago sterile o con pinzette a punte sottili adeguatamente sterilizzate
- è consigliabile conservare la zecca in una boccetta con alcol al 70% per una successiva identificazione morfologica ed eventuale isolamento di patogeni, in caso di comparsa di sintomi per poter ricevere cure mirate e medicine specifiche. In caso di malattia, informare quanto prima il medico della data e della località in cui si è venuti a contatto con la zecca
- dopo la rimozione effettuare la profilassi antitetanica
- rivolgersi al proprio medico curante nel caso si noti un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi.
Fonte: Istituto Superiore di Sanità
Una volta tolta, l’area interessata dal morso va ben disinfettata e tenuta sotto costante osservazione per un mese. Nell’arco di questo lasso di tempo la parte è sensibile, e potrebbe andare incontro ad infezioni con maggiore facilità.

Le accortezze da seguire
È importante avere sempre a disposizione del disinfettante, sia prima che dopo la puntura: esso permetterà di eliminare qualsiasi agente patogeno. Nell’estrazione, bisogna usare guanti sterili e mai procedere a mani nude. Bruciare la zecca in seguito a rimozione, ed effettuare un’adeguata profilassi antitetanica.
Segnare la data di rimozione così da tenere il conto dei 30 giorni successivi in caso dell’insorgenza di infezioni. Altra cosa indispensabile è rivolgersi al medico in caso di macchie rosse, febbre e dolori alle articolazioni.
Come proteggersi dalle zecche
Sebbene molti rimedi casalinghi suggeriscano di usare prodotti come alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, o oggetti arroventati per “intontire” la zecca, l’Istituto Superiore di Sanità ribadisce di non farlo assolutamente.
Generalmente l’attività delle zecche si concentra nei mesi caldi, mentre in inverno tendono a rifugiarsi sotto le pietre a interrarsi. La prima forma di prevenzione è saper riconoscere una zecca, e controllarsi sempre dopo una gita in montagna.
La zecca non salta e non vola. Cammina e si appoggia sulle nostre braccia e gambe quando urtiamo il filo d’erba o il cespuglio dove è appoggiata. Sono in commercio molti prodotti per tenere lontane le zecche, sia repellenti cutanei che dispositivi a ultrasuoni da portare con sé che infastidiscono l’animale.
Se soggiorniamo in aree montane a bassa quota, anche solo per una scampagnata giornaliera, è consigliato proteggere tutte le parti del corpo con indumenti a maniche lunghe e pantaloni lunghi, meglio se di colore chiaro per rendere più evidente l’eventuale presenza di zecche.
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Redazione
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