Rilevata per la prima volta nel 2011 in provincia di Belluno, la zanzara coreana è stata segnalata recentemente anche in Lombardia. Ci sono rischi sanitari per l’uomo? Lo abbiamo chiesto all’esperto
Dopo le prime segnalazioni registrate nel 2011 nel bellunese, la zanzara coreana (Aedes koreicus) che resiste al freddo, è sempre più diffusa anche in Lombardia. La notizia in queste ore sta facendo il giro del web, portando con sé anche i timori di eventuali rischi sanitari per l’uomo correlati alla diffusione dell’insetto.
Noi di Radio Salute abbiamo fatto il punto con il prof. Luca Mazzon, docente di entomologia presso il DAFNAE dell’Università di Padova.
“Per quanto riguarda la salute dell’uomo mi sento di tranquillizzare moltissimo” ci ha detto l’esperto.
Ascolta l’intervista integrale nel podcast di seguito
La zanzara coreana è diffusa in particolare nell’area pedemontana e di pianura del nord Italia. Nell’estate del 2020, nel corso di un programma di sorveglianza di siti a rischio di introduzione di nuove zanzare invasive, in particolare a cavallo tra le province di Bergamo e Brescia, i ricercatori hanno raccolto circa 6mila larve e centinaia di uova di zanzara da raccolte d’acqua (piccoli stagni, vasche artificiali, contenitori etc). Molte di queste zanzare sono state identificate come appartenenti alla specie Aedes koreicus, probabilmente con origine dalla popolazione dell’isola vulcanica sudcoreana del distretto di Jeju.
Scoperta in Italia per la prima volta nel 2011 nella zona del bellunese, la zanzara coreana sopravvive anche alle temperature basse. Arrivata nel nostro Paese probabilmente tramite merci o passeggeri in transito, qui ha trovato le condizioni climatiche ideali perché simili a quelle della Corea.
La zanzara coreana può trasmettere malattie infettive?
“Perché una zanzara possa trasmettere una patologia – ci ha detto il prof. Mazzon – quel virus deve essere presente nell’ambiente. L’esempio è quello del West Nile virus, presente sul territorio italiano e quindi veicolabile dalle zanzare. In quel caso gli insetti vettori sono le nostre zanzare autoctone.
Sappiamo – ha proseguito il prof. Mazzon – che la zanzara coreana può trasmettere alcuni patogeni come l’encefalite giapponese che però non è presente da noi. Quindi mi sento di tranquillizzare moltissimo su questa zanzara. C’è da dire che può trasmettere la filaria agli animali”.

Quindi nessun allarme sanitario. Sicuramente la presenza di questo insetto può destare allarme dal punto di vista ambientale, oltre che costituire un fastidio per l’uomo.
“Pensiamo alla zanzara tigre – ci ha detto l’esperto – che ha peggiorato la qualità della nostra vita. La zanzara coreana, quindi, pur non essendo (ad oggi) riconosciuta come vettore di malattie rappresenta di certo una grossa preoccupazione per il nostro ambiente. Questo insetto tra l’altro si adatta alle basse temperature e quindi può resistere nelle zone collinari e prealpine dove infatti è stata rilevata”.

Zanzara coreana, quale scenario futuro?
“La possibilità di portare accidentalmente una specie da un continente ad un altro oggi è molto alta. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Pensiamo alla cimice asiatica ma anche ad un moscerino della frutta che non è dannoso per l’uomo ma è devastante per le colture frutticole. La sua presenza ha imposto una modalità più aggressiva di tutela delle piante, cosa che non giova a nessuno. Le introduzioni accidentali sono un grosso problema internazionale. Possiamo dire che la globalizzazione riguarda anche gli insetti”.
Dorotea Rosso
Fonte immagini: Pexels e Pixabay
©2021 Radio Salute®