Vacanze 2020, come saranno?
Dovremo tutti cambiare abitudini anche per le vacanze. Ma tra le forti preoccupazioni degli operatori turistici e l’attesa delle regole da parte del Comitato tecnico scientifico da più parti il consiglio è unanime: per le ferie meglio restare in Italia. Lo ha ribadito anche il premier Giuseppe Conte che ha voluto rassicurare gli italiani: “Quest’estate – ha spiegato – non staremo al balcone e la bellezza dell’Italia non rimarrà in quarantena. Potremo andare al mare, in montagna, godere delle nostre città. E sarebbe bello che gli italiani trascorressero le ferie in Italia, anche se lo faremo in modo diverso, con regole e cautele. Attendiamo l’evoluzione del quadro epidemiologico per fornire indicazioni precise su date e programmazione”.
Ed è proprio su questo aspetto fondamentale che sta lavorando il Comitato tecnico scientifico che deve mettere a punto le regole per salvare, almeno in parte, una stagione turistica ormai fortemente compromessa dalla pandemia. Anche i vacanzieri dovranno cambiare abitudini: dai turni sotto gli ombrelloni all’addio al buffet, alle tende in montagna, al turismo di prossimità (cioè vicino casa) che prevarrà sulle mete esotiche.
Nella bozza del dl Rilancio è contenuto un bonus, sotto forma di tax credit, di 500 euro a famiglia (300 euro per i nuclei di due persone e 150 per la singola persona) con un reddito Isee non superiore a 35.000 da spendere proprio per le vacanze sul territorio nazionale. I tanti connazionali che dovranno forzatamente rinunciare al viaggio all’estero, potrebbero risollevare l’industria turistica tricolore, che già lamenta un calo del 68% delle prenotazioni estive dall’estero. Ma mancano ancora certezze sulle forme che prenderà questa inedita estate.
La necessità dalla quale non si può prescindere è il distanziamento sociale, con il divieto di assembramento. Le indicazioni saranno flessibili, nel senso che saranno influenzate dall’andamento della curva dei contagi e dunque ci potranno essere allentamenti o inasprimenti se la diffusione del virus o richiederà. L’obbligo di tenere la distanza di sicurezza cambierà il volto degli stabilimenti balneari. Raddoppiare lo spazio attuale tra gli ombrelloni, zone comuni sanificate costantemente, bagnini o steward per verificare il rispetto delle prescrizioni. E ancora: l’ipotesi di un braccialetto che emetta un suono o una vibrazione quando un bagnante si avvicina troppo ad un altra persona. Alberghi e villaggi dovranno ridurre la capacità ricettiva per evitare contatti troppo ravvicinati e nelle aree comuni dovrebbe esserci obbligo di mascherina. Per colazioni e pranzo, niente più buffet, ci saranno diversi turni. Complicato anche pensare all’animazione per i bambini. Numero chiuso per le piscine. Queste sono solo alcune delle ipotesi al vaglio del Cts. Tra tanti dubbi l’unica certezza è lo stop al turismo di massa.
Intanto aumentano le richieste al governo delle regioni di riaprire il 18 maggio gli esercizi e le attività commerciali oggi chiuse, ovviamente sulla base dell’andamento epidemiologico e il rispetto di protocolli di sicurezza condivisi. Del resto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha convenuto sullo “spirito della richiesta” e sulla “necessità di avere chiarezza, anche per poter dare per tempo le dovute informazioni” a chi deve riaprire e deve sapere come, a quali distanze, con quale contingentamento, tornare in attività.
Boccia ha spiegato che dal 18 “ci sarà una nuova fase, che porterà a una differenziazione territoriale”, ma è rimasto fermo sul rispetto dei protocolli di sicurezza.
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