Gli screening sono fondamentali nella diagnosi precoce e nella prevenzione di numerose malattie, anche di molti tumori
E’ sempre il momento giusto per prendersi cura della propria salute, rivolgendosi al proprio medico curante e chiedendo check up di controllo. Tutti noi dobbiamo dedicare del tempo agli esami di laboratorio che permettono di avere a disposizione una diagnosi precoce.
Quando sono importanti gli screening
Inutile dirlo, gli esami diagnostici spaventano e mettono in uno stato di allarme, ma spesso possono evitarci preoccupazioni più grandi, e in molti casi anche salvare la vita. Ecco perché è fondamentale sia effettuare periodicamente esami di controllo, come sangue e urine, sia affidarsi al proprio medico di base nel caso di disturbi o sintomi specifici.
Molte Regioni hanno attivato, o stanno avviando, campagne di prevenzione dei tumori mediante i programmi di screening, che consistono nell’invito rivolto a determinate categorie di cittadini, da parte delle Asl, ad eseguire controlli periodici. In particolare, sono 3 i tumori per cui la scienza ha dimostrato che i controlli periodici sono in grado di salvare molte vite: il tumore del colon retto, il tumore della cervice uterina e il tumore della mammella.
In queste campagne, gli esami necessari sono del tutto gratuiti:
- Mammografia per il tumore della mammella;
- Pap test per il tumore della cervice uterina;
- Ricerca del sangue occulto nelle feci per il tumore del colon retto.

Come funzionano gli screening e quando vengono fatti
La prevenzione dei tumori della cervice uterina (collo dell’utero) sta cambiando grazie alla diffusione del vaccino contro il virus dell’HPV (Virus del Papilloma Umano): le donne vaccinate contro l’HPV prima di aver compiuto 15 anni sono invitate a fare il loro primo screening a 30 anni con test HPV, invece che a fare il pap test a 25 anni.
Recentemente la ricerca scientifica ha confermato, infatti, che queste donne hanno un bassissimo rischio di sviluppare lesioni pretumorali della cervice uterina prima dei 30 anni.
Secondo stime recenti dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, partecipare allo screening organizzato su invito attivo, con mammografia biennale nelle donne di 50-69 anni, riduce del 35% la probabilità di morire per cancro della mammella. È quindi necessario che i medici di base incoraggino le donne a sottoporsi a questi esami diagnostici.
L’esame diagnostico per il colon permette di identificare circa il 70% delle lesioni avanzate prevalenti. Si stima, inoltre, che un unico esame effettuato tra i 55 e i 60 anni possa prevenire il 70% dei tumori distali in soggetti di 58-74, anni e il 50% in persone di 75-79 anni.

La differenza tra prevenzione spontanea e screening
La maggior parte degli esami condotti nell’ambito di uno screening oncologico dà esito negativo, dato che la maggior parte delle persone che vi si sottopongono sono sane.
Sottoponendosi di continuo a esami diagnostici si aumentano notevolmente le probabilità di individuare una malattia in fase precoce, ma il numero elevato di esami moltiplica i rischi che da essi derivano.
L’obiettivo degli screening è aumentare al massimo le probabilità di individuare la malattia, riducendo quanto più possibile i rischi derivanti dall’attività diagnostica.
Per raggiungere questo obiettivo gli screening hanno precise regole.
Lo screening si rivolge alle popolazioni a maggior rischio
Ogni tumore ha peculiari caratteristiche che ne rendono più frequente l’insorgenza in determinate fasce di età. Gli screening si rivolgono, di volta in volta, alla popolazione che può trarre i maggiori benefici dalla diagnosi precoce.
Lo screening va effettuato a intervalli regolari
La fascia di età in cui si può sviluppare un tumore è in genere piuttosto ampia. Inoltre, non tutti i tumori crescono alla stessa velocità: alcuni possono impiegare decenni prima di dare segni visibili, altri lo fanno in breve tempo. In più gli screening possono non riuscire a individuare alcuni tumori, dando dei risultati “falsi negativi”.
Per queste ragioni gli screening offrono la ripetizione degli esami a cadenze regolari, variabili da screening a screening, a seconda del tipo di tumore indagato.
L’obiettivo è eseguire i test a una cadenza tale da non consentire all’eventuale malattia di svilupparsi oltre una soglia che ne renderebbe difficile il trattamento.
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