L’endometriosi è una malattia che colpisce in Italia circa 3 milioni di donne e che nei casi più gravi può portare anche all’infertilità. La Fondazione Italiana Endometriosi, oltre a dare supporto alle donne che ne soffrono, da anni si batte per portare avanti la ricerca. Fondamentale il sostegno delle istituzioni ma anche dei cittadini.
Almeno 3 milioni le donne con diagnosi conclamata
In Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficolta a concepire. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni.
Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse.
Spesso la diagnosi arriva con un ritardo molto alto, si arriva a comprendere che si tratta della patologia in media dopo 7/8 anni dall’insorgenza dei primi sintoni.
La ricerca ha evidenziato che già nel feto umano ci sono tracce di cellule fuori posto che poi si manifestano nel periodo della pubertà.
Le cause
Riguardo le cause, una delle ipotesi accreditate è il passaggio, causato dalle contrazioni uterine che avvengono durante la mestruazione, di frammenti di endometrio dall’utero nelle tube e da queste in addome, con impianto sul peritoneo e sulla superficie degli organi pelvici, raramente su fegato, diaframma, pleura e polmone.
Tale ipotetica causa di sviluppo della malattia non ne esclude altre, tanto che in rarissimi casi l’endometriosi è stata diagnosticata anche nel sesso maschile. È indubbio che la patologia si può sviluppare non solo per le sue caratteristiche istologiche e la stimolazione ormonale, ma anche perché esso trova un sistema immunologico che ne permette l’impianto, creando successivamente uno stato infiammatorio cronico. Quest’ultimo è caratteristico della malattia e spiega la sintomatologia, caratterizzata dal dolore e anche dalla infertilità.
Una malattia invalidante
Le donne che soffrono di endometriosi riferiscono dolore mestruale. Il dolore può essere cronico e persistente, con aggravamento durante il periodo mestruale. Alcune donne lamentano astenia e lieve ipertermia, che può accentuarsi in periodo mestruale, e fenomeni depressivi.
La malattia porta con sé anche mal di testa e stanchezza fisica cronica.
Il dolore durante i rapporti sessuali, e alla defecazione, a volte accompagnato dalla comparsa di sangue nelle urine o nelle feci è caratteristico della patologia del setto rettovaginale, chiamata anche endometriosi profonda infiltrante (deep infiltranting endometriosis, DIE). Altre volte i dolori si manifestano durante la minzione e sono caratteristici della patologia che interessa la zona vescicale.
La ricerca sull’endometriosi ha portato a comprendere che questa malattia è causa di sub-fertilità o infertilità (30-40% dei casi) e l’impatto della patologia è alto ed è connesso alla riduzione della qualità della vita e ai costi diretti e indiretti. Una pronta diagnosi e un trattamento tempestivo possono migliorare la qualità di vita e prevenire l’infertilità.
Sin dalla più giovane età è molto importante sapere che i dolori mestruali e durante i rapporti non sono normali e che non devono essere taciuti. Le donne che hanno la madre o una sorella affette da endometriosi hanno un rischio di svilupparla sette volte maggiore.
I medici di medicina generale e i ginecologi operanti sul territorio sono le figure strategiche per una pronta diagnosi e un trattamento in grado di migliorare la qualità di vita e prevenire l’infertilità. Di grande utilità è l’ecografia, soprattutto per le forme ovariche (cisti ovariche definite endometriomi) e le forme di endometriosi profonda (DIE).
Non esistono test specifici per diagnosticare la patologia. Vi sono alcuni test sierologici ma non sono mirati. L’unico modo per avere una diagnosi certa è sottoporsi a visite ginecologhe e risonanza magnetica: gli esami integrati fra lor eseguiti in un centro specializzato portano alla diagnosi certa.
Ricerca, tassello fondamentale
Gli studi istologici hanno evidenziato che nel caso di malattia l’endometrio ha un’alta capacità di adesività che gli permette di aderire a strutture extrauterine, come le sedi in cui l’endometriosi si sviluppa. Sebbene sia ritenuta una patologia dell’età riproduttiva, sono descritti rari casi anche in postmenopausa, soprattutto in donne che stiano assumendo trattamenti ormonali sostitutivi.
I trattamenti per l’endometriosi
Tra i trattamenti proposti, l’uso dell’estroprogestinico o del solo progestinico è capace di migliorare il quadro sintomatologico in quanto abolisce la stimolazione ormonale e la crescita degli impianti endometriosici. È importante che tali preparati vengano assunti continuativamente per evitare lo sfaldamento dell’endometrio simil-mestruale che favorisce un ulteriore passaggio di endometrio attraverso le tube. In buona sostanza, la pillola estroprogestinica nelle donne con endometriosi sintomatica dovrà essere assunta continuativamente, senza l’interruzione ciclica di pochi giorni.
Il trattamento più invalidante con gli analoghi del GnRH, farmaci che bloccano totalmente la stimolazione delle ovaie e quindi la produzione ormonale creando un quando endocrino e clinico di menopausa iatrogena (con gli inevitabili effetti collaterali quali vampate di calore, secchezza vaginale, aumentato rischio di osteoporosi), sono limitati a quei casi che richiedano un intervento chirurgico. Oggigiorno sono in corso diversi studi con composti che pur inibendo la stimolazione ovarica come gli analoghi del GnRH, creano meno effetti collaterali.
La ricerca sull’endometriosi
La ricerca è alla base di tutta la medicina. La ricerca sull’endometriosi è fondamentale, così come la donazione. Si può contribuire destinando il 5 per 1000 alla Fondazione Italiana Endometriosi 974 58 39 05 86.
“I fondi destinati alla ricerca sull’endometriosi – ci ha detto il prof. Signorile, si attestano sui 90 centesimo procapite. Quindi dobbiamo invitare istituzioni e cittadini ad aiutare la ricerca”.
I progetti di ricerca sull’endometriosi della Fondazione Italiana Endometriosi:
- nutrizionale, con diete specifiche per ridurre i sintomi
- clinico, con una coorte di 4000 pazienti per studiare tutte le sfaccettature della malattia
- genomico, dopo scoperta di cellule non in loco già nel feto, il prossimo passo è capire quali sono le anomalie che determinano questo.
E’ importate anche ricordare la community della Fondazione Italiana Endometriosi, oltre 30.000 donne su Facebook per dire: “Non sei sola”.
Leggi anche il nostro articolo sul mese dell’endometriosi
Altri link utili: Ministero della Salute