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Radioesposizione: i raggi X sono pericolosi per la nostra salute?

La pericolosità della radioesposizione. Ogni anno in Italia vengono eseguite oltre 50 milioni di prestazioni radiologiche, quindi ogni cittadino una volta all’anno potrebbe sottoporsi ad una indagine radiologica. Il rischio connesso alla esposizione va quindi conosciuto

É importante diffondere la corretta cultura della radioprotezione, non solo tra i professionisti poichè la domada è: “quanto possono essere dannose le radiazioni per la nostra salute? Ne abbiamo parlato con il Prof. Emilio Quaia – Direttore Unità Operativa Complessa Radiologia, Padova e docente di Radiologia presso l’Università di Padova.

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Il mondo della radiologia è complesso. Abbiamo preso confidenza con i termini, radiografia, Tac, Risonanza Magnetica. Quante volte ci è capitato di sottoporci ad accertamenti radiologici senza pensare che in quel preciso istante ci stavamo esponendo a radiazioni in quantità minima o significativa? Bisogna avere le corrette informazioni. Per diffondere la cultura della radioprotezione non solo tra i professionisti ma anche tra i cittadini, l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Padova, in collaborazione con Azienda Ospedaliera e l’Università di Padova e con il Patrocinio del Comune di Padova, nelle settimane scorse ha organizzato un evento di informazione per la cittadinanza sul tema: “Accertamenti radiologici: tra appropriatezza e rischio di esposizione”.

Dovremmo porci delle domande: Perché dobbiamo ridurre al minimo le esposizioni? Quanto possono essere dannose per la nostra salute? Cosa si rischia?

«In radiologia, sulle basi della nostre conoscenze scientifiche – ci spiega Il prof. Emilio Quaia – non possiamo escludere l’assenza di rischio che può derivare anche da una minima radioesposizione. I rischi potenziali sono: induzione di neoplasie (tumori) e la trasmissione di danni genetici alla progenie e quindi ai figli di qualsiasi soggetto radioesposto, soprattutto se in età fertile. Rischio che aumenta quando le esposizioni sono frequenti. Va sottolineato che in questo caso si parla di rischio “additivo”: se mi sottopongo ad una radiografia oggi con una “pausa” per i 10 anni successivi, non diminuisce il rischio ma si verifica la cosiddetta “dose cumulativa” che una persona acquisisce nell’arco della sua vita. Rimane nel nostro organismo.

Quante radiografie si possono fare in un anno?

«Non esiste un limite alla radioesposizione, ma ogni indagine deve essere giustificata. I benefici che derivano da un esame radiologico “giustificato” sono di gran lunga superiori ai rischi connessi. Se un paziente necessita di un accertamento radiologico, va fatto, il problema sorge perché spesso gli esami radiologici sono sovrarichiesti. Molte problematiche cliniche potrebbero essere chiarite non necessariamente con la radiologia ma con tecniche radiologiche che implicano una minore esposizione del paziente. Basterebbe seguire le linee guida internazionali condivise.»

Esiste un “dosaggio” massimo che un paziente può tollerare senza correre pericoli?

«Per fare un esempio pratico, una radiografia del torace prevede un’esposizione di 0,05 millisievert (mSv). Normalmente viene “tollerato” un limite di 100 millisievert (mSv) nel corso di un’intera vita di una persona, se non viene superata questa soglia il rischio di danni è basso. La TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) invece può arrivare ad un’esposizione anche di 20 mSv. Molto dipende dal tipo di esame a cui viene sottoposto il paziente. Oltre il 100 mSv i rischi aumentano. Un altro esempio, se noi sottoponiamo 100 pazienti ad un’esposizione di 100 mSv che corrispondono a circa dieci TAC, il rischio è che uno di questi pazienti, quindi 1 su 100, sviluppi una neoplasia radio indotta. »

La curiosità: radioesposizione da viaggio

«Qiando facciamo un viaggio aereo, piloti compresi naturalmente, siamo sottoposti alle radiazioni ionizzanti, siamo interessati dalla radio cosmica che prevede anche i raggi x . Nel corso di un viaggio negli Stati Uniti dalla costa est alla costa ovest, la radioesposizione è pari a 3 radiogrammi del torace, non è una quantità trascurabile soprattutto per le persone che viaggiano spesso.

Noi esseri umani per il solo fatto di vivere sul pianeta Terra subiamo un’esposizione naturale alle radiazioni, in alcune zone si può raggiungere e superare i 1000 mSv all’anno: la radioattività del sottosuolo, il radon gas inerte e radioattivo di origine naturale che entra nelle nostre case. Le persone che vivono ai piani bassi è maggiormente esposto al radon e quindi è fondamentale areare i locali prima di soggiornarvi e a questo si somma l’esposizione “medicale”. »

Radiografia del torace

Chi non può sottoporsi ad accertamenti radiologici?

«Le donne in gravidanza non dovrebbero sottoporsi a indagini radiologiche nei primi tre mesi di gestazione. Va limitata l’esposizione per i bambini: più il soggetto è giovane più è radio-sensibile poiché i tessuti sono in fase attiva di crescita. Si aggiungono all’elenco le categorie dei pazienti particolarmente suscettibili radiazioni ionizzanti, ad esempio chi è affetto da sindromi con una fragilità cromosomica o portatore della Sindrome di Li-Fraumeni, malattia genetica ereditaria che predispone a un rischio elevato di sviluppare neoplasie durante tutto il corso della vita poiché le loro cellule hanno una minor capacità riparativa del DNA.

Il passaggio dei fotoni X può generare delle mutazioni al DNA che non sono riparate e quindi sono pazienti candidati ad ammalarsi facilmente di tumore radio indotto. Sono pazienti che dovrebbero sottoporsi al minimo ad accertamenti radiologici.»

Radioesposizione in gravidanza
Pixabay/ Sconsigliato alle donne in gravidanza di sottoporsi ad esami radiologici nei primi tre mesi

TAC e Risonanza Magnetica

«La RM è innocua? Utilizza sempre onde elettromagnetiche ma prive di effetto ionizzante e quindi della pericolosità dei raggi X. La RM ha il vantaggio di utilizzare una fonte di energia non così dannosa come la TAC o la radiologia convenzionale. Nella TAC si usano fasci di Raggi X come nelle radiografie ma l’esposizione è superiore rispetto a un radiogramma del torace.

Un fascio X attraversa il nostro corpo in modo continuo per alcuni secondi (nella radiografia dura pochi millisecondi) ma fortunatamente ad oggi abbiamo dei sistemi di controllo che puntano alla sicurezza del paziente e che minimizzano l’esposizione modulando l’energia in base al distretto che deve essere scansionato e in base alle caratteristiche fisiche del paziente, possiamo ridurre l’esposizione.»

Sia nell’esecuzione della TAC che nella RM spesso è richiesto dal medico la somministrazione di mezzi di contrasto per una maggiore attendibilità del risultato dell’esame e sono a tutti gli effetti farmaci e come tale devono essere utilizzati solo quando è necessario. »

La mammografia, l’esposizione è minima, ma no a troppi controlli

«Nella mammografia l’esposizione è minima, inferiore ad un radiogramma del torace, non ci sono problemi ad eseguire l’esame a cadenze prestabilite, ma non va fatta troppo spesso. Accade però che le donne eccedano nella prevenzione per paura di sviluppare tumore della mammella. Ma un arco di tempo di 12-18 mesi sono sufficienti per controllare lo stato di salute del seno in soggetti che non hanno un alto rischio di sviluppare il tumore. »

Le radiografie odontoiatriche

«Anche nelle radiografie dentarie siamo di fronte a un’esposizione con radiazioni ionizzanti ma anche in questo caso è minima decisamente inferiore al radiogramma del torace. É necessario però affidarsi a professionisti con apparecchiature adeguatamente controllate a norma di legge. Anche nel caso del dentista vale sempre l’attenzione per la dose cumulativa: cinque o sei radiografie in un anno diventa un dosaggio significativo.»

La radioesposizione dal dentista è minima