Con Dada Logica più spazio all’esperienza: per una didattica più moderna ed efficace
l modello didattico Dada Logica viene applicato da diverse scuole del territorio nazionale, persegue tutti gli obiettivi nazionali indicati dal Ministero dell’Istruzione, apportando qualche elemento di novità al metodo di insegnamento, che viene caratterizzato da una maggiore attenzione all’esperienza diretta fatta dal bambino.
Ascolta l’intervista integrale al prof. Riccardo Caccialanza nel podcast che segue
La scuola Dada-logica persegue tutti gli obiettivi nazionali indicati dal Ministero dell’Istruzione relativi alle competenze strettamente intellettive: imparare a leggere, a scrivere, studiare la logica matematica, la storia, la geografia, una lingua straniera, le arti, che restano, comunque, fondamentali, ma che vengono integrati con i seguenti obiettivi specifici
La complessità di questi obiettivi integrati con quelli classici rende necessario un nuovo paradigma su cui basare i metodi didattici che si muove sui principi della Gestalt esperienziale e della didattica multisensoriale e laboratoriale.
“Questo approccio è altamente innovativo – spiega la dirigente Baldo ai nostri microfoni -. È un modo diverso di avvicinarsi al bambino e alle sue capacità cognitive, che lascia maggior spazio di espressione e ricerca allo studente”.
E’ l’assistenza domiciliare il nodo focale: il modello lombardo che la prevede in maniera istituzionalizzata sta già varcando i confini regionali. Il decreto che prevede la nutrizione artificiale domiciliare gratuita che riguarda da vicino i pazienti oncologici è un caso-scuola che deve muovere tutte le altre regioni.
Il modello è organizzato e gestito da Comitato scientifico e da un team operativo, che declina il metodo seguendo i principi della psicologia della Gestalt, una corrente incentrata sui temi della percezione e dell’esperienza. Sono questi due aspetti, infatti, ad essere considerati fondamentali nello sviluppo cognitivo del bambino, che viene accompagnato nel riconoscimento del proprio valore e dei propri talenti.
Non c’è alcuno stravolgimento delle linee guida del Ministero dell’Istruzione, ma solo un’integrazione ulteriore che vuole considerare il bambino nella sua totalità – prosegue la dirigente -. Sono molte le scuole che, in tutta Italia, stanno applicando questo modello, che noi consideriamo moderno e innovativo”.
“Le terapie di supporto precoci sono quelle che fanno la differenza sulla tolleranza dei trattamenti – ha proseguito il prof. Caccialanza. Se un paziente è nutrito bene ha migliori chance terapeutiche, entra meno in ospedale con un notevole risparmio per il sistema nazionale e anche l’industria è interessata a produrre terapie farmacologiche. Si tratta di un sistema virtuoso. Il percorso di cura deve avere dei protocolli di gestione che possono essere elaborati dalle regioni e che devono tener conto dei requisiti minimi di qualità”.
Denominatore comune deve essere la precocità di diagnosi e valutazione di eventuali problemi nutrizionali e poi la rete assistenziale. Inoltre il monitoraggio domiciliare può avvalersi della telemedicina per evitare al paziente di andare all’ospedale.
Il consensus document ha tracciato la strada.
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Redazione
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