Le orecchie per la loro struttura e per le loro importanti funzioni sono tra gli organi del corpo più sensibili ai cambiamenti delle temperature esterne, soprattutto quelle rigide invernali. La ragione? “L’abbondanza” dei nervi sensitivi
Almeno una volta nella vita ognuno di noi ha sofferto di male alle orecchie. Si tratta di un disturbo molto comune ma anche molto fastidioso e può associarsi a malattie più o meno serie. Ci viene spontaneo, secondo una logica naturale, pensare che esporsi al freddo possa innescare il mal d’orecchie, ma ci sfuggono le ragioni. Gli esperti dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatra Humanitas Castelli Bergamo ci spiegano le cause e come proteggere i nostri orecchi, poiché la sensibilità a queste variazioni porta dolore.
Per quale ragione le orecchie temono le temperature rigide?
Il padiglione auricolare, ovvero la parte esterna dell’orecchio, possiamo immaginarlo come un “contenitore” di nervi sensitivi, tanti, che subiscono le variazioni della temperatura dell’ambiente. Ricordiamo che la parte esterna dell’orecchio è molto esposta e quando fa tanto freddo scatta una sorta di reazione difensiva che può provocare all’interno dello stesso un forte dolore. Attenzione però, dobbiamo chiarire che le basse temperature non possono essere la causa di un’infezione auricolare: qui entrano in campo altri responsabili quali l’ abbassamento delle difese immunitarie che può facilitare il “lavoro” dei virus o dei batteri.
Il freddo porta dolore, qual è il meccanismo d’azione?
Dunque abbiamo spiegato che il freddo può essere una fonte di dolore per le nostre orecchie, ma qual è il meccanismo d’azione che porta a questo? Il dolore è una stimolazione diretta del freddo delle vie nocicettive (dolore) che si trovano a livello del padiglione auricolare, del canale uditivo e della membrana timpanica. Non è difficile intuire che si tratta di organi le cui strutture sono molto complesse. Semplificando il ragionamento, le parti mobili dell’orecchio medio trasmettono il suono, i fluidi che circolano nella parte interna mantengono l’equilibrio e la tuba di Eustachio crea un collegamento con naso, bocca e gola. Ed è qui che potrebbe nascere il problema, poiché Il freddo può rendere più sensibili queste strutture, modificandone la pressione differenziale, con conseguente dolore, senso di ovattamento fino ad arrivare alle vertigini.

L’incidenza delle stagioni. Attenzione all’inverno
Alla luce di quanto detto finora è abbastanza intuibile che per le orecchie l’inverno è la stagione più “astiosa”: andiamo a sciare, a pattinare, facciamo footing, andiamo anche in bicicletta o semplicemente camminiamo, tutte attività che ci impongono di esporci a temperature pungenti che vanno sotto lo zero o lo sfiorano . Ma l’aria fredda non è l’unica insidia: anche l’acqua gelata può causare danni alle orecchie. Ne sono l’esempio sub e surfisti che possono andare incontro a fastidi alle orecchie anche d’estate.
Come possiamo evitare le “insidie”?
Anche in questo caso la prevenzione vale come prima regola: orecchie al caldo per chi si espone al freddo coprendole con berretti e paraorecchie e tappi di protezione per chi si immerge in acqua, naturalmente prima che si inneschi il dolore. Altro consiglio, assicurarsi che le orecchie siano ben asciutte quando ci si espone all’aria gelida dell’inverno. Attenzione poi, ai bambini. Se utilizziamo le classiche gocce auricolari medicate, dobbiamo accertarci che non siano fredde per non causare vertigini intense, nausea e vomito. Le gocce vanno applicate in un ambiente caldo.

Dolore all’orecchio: mai i rimedi fai da te da te!
L’orecchio è un organo di senso e va preservato – spiegano gli specialisti di Humanitas IRCCS. Tre le indicazioni che consigliano di seguire:
Mai trascurare i sintomi, come per ogni patologia il sintomo che non regredisce in pochi giorni deve essere comunicato al proprio medico.
Evitare il fai da te, la “visita” telefonica o l’utilizzo di qualsiasi medicamento che non sia stato prescritto dallo specialista.
La visita deve essere accurata e comprendere tutti i distretti O-R-L.

Fonte testo: Humanitas Castelli/IRCCS Humanitas