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Ortopedici: difficoltà nella gestione dei pazienti a causa del Covid19

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Il Virtual SIOT 2020, Congresso della Società Italiana di Ortopedici e Traumatologia ha sottolineato l’importanza del ripristino dei flussi ospedalieri e le problematiche che si stanno riscontrando a causa della pandemia.

Gli ortopedici chiedono di ridefinire i processi sanitari
Molti sono stati i temi discussi durante l’ultimo congresso virtuale della SIOT ma quelli che soon stati maggiormente evidenziati, riguardano le condizioni di difficoltà che si riscontrano a causa del covid19. Alcune problematiche e richieste derivano dal bisogno di ridefinire le liste di attesa con riduzione dei tempi e regolamentazione dei flussi all’interno degli ospedali, riorganizzare il rapporto di partnership tra pubblico e privato con il coinvolgimento di tutte le strutture disponibili del territorio nazionale, aumentare gli investimenti con adozione di nuove tecnologie per alzare gli standard di assistenza.
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Ortopedici e pazienti
Le importanti limitazioni che tutti noi stiamo sperimentando – riferisce il prof. Francesco Falez, presidente SIOT – investono, in campo sanitario, anche l’assistenza ortopedica che non meno di altre ha risentito e risentirà delle restrizioni imposte dalla crisi sanitaria in corso. Restrizioni che tuttavia non ci impediscono di cogliere l’opportunità di ridefinire il percorso di assistenza attraverso nuove strategie di comunicazione, formazione ed aggiornamento, sviluppando percorsi di collaborazione con le aziende pubbliche e private di settore, con cui dovremo essere ancora più partner negli anni a venire”.
Ortopedici e pazienti in attesa 
Il mondo dell’ortopedia italiana è costretta a fare luce sulla situazione sanitaria nazionale che ha avuto e sta avendo conseguenze sulla gestione dell’assistenza medica ai pazienti ortopedici, alle prestazioni ambulatoriali e agli interventi chirurgici.

Nel corso del 2020, infatti, nella fase 1 della pandemia, sono stati rinviati e riprogrammati in tutta Italia circa 35 mila interventi ortopedici, mentre le liste di attesa per assistenza ambulatoriale e chirurgica si sono allungate fino a sei mesi, con garanzia di intervento per i soli casi urgenti.

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Monitoragi

Siamo di fronte ad un nuovo scenario – afferma il dott. Alberto Momoli, Vice Presidente SIOT e Direttore della U.O.C. Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza -. L’invecchiamento della popolazione legato a una maggiore longevità rende prioritario ridefinire nuovi parametri nella definizione del paziente fratturato e definito fragile, attraverso un dialogo con le principali Società scientifiche coinvolteOggi una persona di ottant’anni è ancora in attività e necessita di una riabilitazione e di un recupero completo a seguito di un eventuale intervento”.

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Pazienti fragili

Alla drastica riduzione dei posti letto nei reparti di ortopedia degli ospedali italiani a beneficio dei pazienti COVID, si aggiunge a tutt’oggi il rischio di disattendere la soglia delle 48 ore per trattamento dei pazienti fragili come previsto dai protocolli di intervento. Questo è dovuto alle possibili difficoltà dovute sia alla carenza di posti nelle terapie intensive, sia ad una più complicata gestione della fase post-operatoria.

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Redazione

Fonte: ufficio stampa Gas Communicstion Fonte immagini ©2020 Radio Wellness®