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Mancano medici di base, 1,5 milioni di italiani non ce l’hanno

Un problema esistente da anni, diventato più importante con il Covid-19. A rischio un servizio pubblico fondamentale

La carenza dei Medici di Medicina Generale (MMG) non è cosa nuova, ma la situazione rischia di precipitare, con conseguenze pesanti per il servizio ai cittadini e per le strutture sanitarie del territorio nazionale che servono come primo soccorso. Ad affrontare il tema è Mariateresa Gallea, componente del Consiglio direttivo dell’Ordine dei Medici di Padova, che chiede alle istituzioni preposte di intervenire per sanare la situazione.

Ascolta l’intervista integrale alla dott.ssa Gallea nel podcast qui di seguito

Mancano medici di base, una carenza decennale

L’allarme sulla situazione era già stato lanciato nel 2002, a livello nazionale, con particolari evidenze in alcune regioni d’Italia, tra cui Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia.

Il contesto attuale fa presagire che le cose non stiano andando in meglio: se si considerano le prossime quiescenze e i pensionamenti, così come la vera e propria difficoltà di reperimento, almeno 1,5 milioni di italiani si troveranno privi di un servizio pubblico essenziale, e saranno costretti a rivolgersi a studi che hanno già il pieno di assistiti (il massimo è 1.500), mentre altri si affideranno ad ambulatori privati.

Il medico di famiglia è punto di riferimento per il cittadino

Una situazione che preoccupa i professionisti, ma anche i consiglieri regionali, che sollecitano l’esecutivo regionale a interventi decisi nei confronti del problema che, osservano peraltro i medici, era noto da anni.

“Già nel 2002 era stata evidenziata la futura carenza di medici di famiglia – spiega il presidente dell’Ordine dei Medici di Padova, Domenico Crisarà -. L’apice della curva di pensionamento si vedrà fra un po’, quando mancherà il 30% dei medici. Un problema che coinvolge non solo le famiglie italiane, ma anche la stessa professione ed in particolare in questo momento di grave crisi. Ma per svolgere questo delicatissimo ruolo è necessaria una formazione specifica, non si può fare task shifting in materia di competenze sanitarie”.

Medici di base insufficienti, i numeri

Secondo la Struttura interregionale che si occupa delle convenzioni, gli ambiti territoriali carenti per l’assistenza primaria, rimasti vacanti perché non ci sono abbastanza dottori, sono in tutto 1.213: 456 in Veneto, 239 in Toscana, 205 in Emilia-Romagna, 98 nelle Marche, 91 in Abruzzo, 59 in Friuli-Venezia Giulia, 55 in Umbria, e 10 in Valle d’Aosta.

Pochi medici di famiglia, l’esempio del Veneto

Da oltre vent’anni anni il rapporto medico paziente ottimale nella regione Veneto viene calcolato in 1 dottore ogni 1.200 abitanti, mentre nelle altre regioni è di 1 ogni 1.000. Questo rapporto ha portato ad una riduzione di circa mille medici, aggravando la penuria per questa categoria, con un numero medio di assistiti per ogni medico di famiglia che si avvicina ai millecinquecento, con l’impossibilità, in molte zone, di assorbire i pazienti dei medici pensionati.

Al momento attuale, tanto per fare un esempio, circa ventimila veronesi non hanno un medico di famiglia scelto da loro, ma sono assistiti da medici temporanei, che cambiano circa due/tre volte all’anno. A questi numeri si dovranno aggiungere, fra questo mese ed il prossimo, altri ventimila veronesi che si troveranno senza un medico proprio a causa della cessazione da parte di ulteriori diciannove dottori che termineranno il loro incarico, fra quiescenza e fine incarico provvisorio.

In assenza del medico di base ci si rivolge al Pronto Soccorso

Una carenza che crea disagi per la popolazione

La professione non è più ambita come nel passato, la continuità assistenziale è stata spopolata da offerte di servizi più remunerativi, e i direttori generali stanno accorpando le sedi per ottimizzare le risorse umane, mentre sta crescendo il disagio fra la popolazione e i MMG.

Il problema si riflette sulle strutture sanitarie alternative agli ambulatori medici, come i Pronto Soccorso: sempre di più le persone si rivolgono a guardia medica o all’ospedale in presenza di sintomi che non richiederebbero un intervento d’urgenza. Segnale che questa carenza si fa sentire, e rischia di mettere a dura prova la parte sanitaria deputata al primo soccorso.

Leggi anche il nostro articolo “Medicina Generale: il ruolo chiave del medico di famiglia”

Eva Franceschini

Fonte immagini: Pexels

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