Le malattie croniche del fegato rappresentano un’emergenza epidemiologica e clinica sia a livello mondiale che nazionale
Malattie del fegato
Vi sono due milioni di morti all’anno per queste patologie e si stima che da qui a dieci anni vi sarà un incremento del 50% dei casi di cirrosi e del 100% dei casi di epatocarcinoma, che rappresentano l’evoluzione finale di qualunque epatopatia cronica. Un problema per la salute dei cittadini e un’ampia spesa per il SSN.
Studi e proposte sul tema vengono affrontate nel convegno “Gestione integrata del paziente epatopatico nel III millennio”, che si terrà il 5-6 maggio a L’Aquila presso l’Aula Magna Alan Turing Blocco 0, Università degli Studi dell’Aquila, Via Vetoio 42 – Coppito; Responsabile Scientifico è la Prof.ssa Clara Balsano, Professore Ordinario di Medicina Interna e Direttore Scuola di Specializzazione in Medicina d’Emergenza-Urgenza, Università dell’Aquila. Ad aprire i lavori il saluto istituzionale del Ministro della Salute Orazio Schillaci.
Un grave problema è costituito dal fatto che la steatosi epatica è spesso una patologia sottostimata, nonostante i dati dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato rilevino una prevalenza crescente, che ha stimolato lo studio PreDEA (Prevenzione nei Dipartimenti di Emergenza e Accettazione).

“L’obiettivo dello studio PreDEA condotto a livello nazionale nei principali Pronto Soccorso dei Presidi Ospedalieri è far emergere il sommerso del danno epatico da accumulo di grasso nel fegato tramite una semplice ecografia; ciò consentirebbe di utilizzare i Pronto Soccorso come strumento di prevenzione primaria, evitando lo sviluppo di diabete, patologie dismetaboliche, ipertensione, patologie cardiovascolari e dell’apparato muscolo-scheletrico– spiega la Prof.ssa Clara Balsano, che sta guidando lo studio presso i PS di Avezzano, L’Aquila e Teramo.
In altri termini, auspichiamo di rendere il PS, luogo in cui per eccellenza si affrontano le emergenze, un centro di prevenzione: nei tempi di attesa con un semplice screening darebbe modo di intervenire precocemente su fattori di rischio modificabili (stile di vita, alimentazione, terapia farmacologica) e indirizzare chi ne avesse necessità a centri specialistici per prevenire patologie croniche che hanno un grande impatto sulla spesa del SSN.
Un’iniziativa di questo tipo è ancor più importante perché i dati preliminari mettono in luce che la reale prevalenza della steatosi epatica a livello nazionale è superiore a quanto riportato dagli attuali dati statistici. Secondo il dato nazionale dell’ISS sul 2021, la prevalenza della steatosi epatica è del 22-27%, ma si stima che i numeri reali siano superiori, come attestano i dati preliminari dello studio PreDEA, secondo cui su un totale di 170 pazienti arruolati, il 40% è affetto da steatosi epatica”.

Malattie del fegato, conseguenze
I danni al fegato possono avere diverse cause e rimanere a lungo latenti, prima di arrivare alla cirrosi e all’epatocarcinoma. Il paziente cirrotico necessita inoltre di una gestione integrata attraverso un approccio multidisciplinare, che permette una migliore gestione di una patologia molto complessa.

“Le patologie del fegato di origine virale, autoimmune, da farmaci, e sempre più spesso di origine dismetabolica, dovuta all’aumento esponenziale nella popolazione generale del sovrappeso e dell’obesità– sottolinea la Prof.ssa Clara Balsano. Inoltre, il paziente con patologia epatica cronica avanzata (cirrosi) spesso è affetto da numerose comorbidità (diabete, ipertensione, scompenso cardiaco etc.), che richiedono un appropriato Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale-PDTA, quindi una costante interazione tra medicina del territorio e Ospedale”.
Fonte: Ufficio stampa Diessecom
Salvo Cagnazzo
Studio Diessecom