Un disturbo diffuso quello del mal d’auto. Una persona su 3 infatti, risulta soffrire di questo disagio, i risultati di uno studio per ridurne gli effetti

Da cosa dipende il mal d’auto
Il mal d’auto detto anche cinetosi, dipende, nella maggior parte dei casi, dalla stimolazione eccessiva delle strutture interne all’orecchio che regolano l’equilibrio. A seconda dei casi, può provocare pallore, nausea con o senza vomito, sudorazione fredda, ipersalivazione e agitazione.
A soffrirne di più sono i bambini, ma anche le donne sembrano essere più sensibili degli uomini a questo disturbo, soprattutto durante la gravidanza e il ciclo mestruale. Generalmente, i sintomi tendono a migliorare dopo circa un quarto d’ora dall’arrivo a destinazione, quando il mezzo si ferma.
I metodi preventivi consigliati sono spesso inefficaci per i soggetti che ne soffrono in maniera più intensa. Pastiglie, braccialetti, omeopatia, possono infatti essere d’aiuto ma non sempre sono sufficienti.

Una ricerca per esercitare il cervello a ridurre i sintomi di mal d’auto
Una recente ricerca condotta dall’Università di Warwick e pubblicata su Applied Ergonomics affermerebbe che, con alcuni esercizi appositi “visuospaziali”, possiamo essere in grado di allenare il nostro cervello per ridurre i sintomi da cinetosi.
I partecipanti sottoposti all’esperimento, sono entrati in un simulatore WMG 3xD per una prova con simulatore di guida o su strada in cui sono stati passeggeri, imitando ciò che potrebbe accadere in un veicolo autonomo.
Come si è svolta la ricerca e quali sono stati i risultati
La cinetosi di base è stata misurata per la prima volta durante la corsa iniziale ed é stata poi utilizzata una “scala rapida” del disturbo per acquisire i sintomi in tempo reale. Dopo la prima corsa, i partecipanti hanno completato varie attività di formazione visuospaziale con carta e penna, una volta al giorno per 15 minuti, per due settimane.

Tali esercizi consistevano semplicemente nell’osservare un modello di scatole e dover identificare su quale immagine delle tre proposte fosse ruotata, oppure, compiti di piegatura della carta o test di comprensione. Alla fine dell’esperimento, è stato registrato che il disturbo risultava ridotto del 51% nel simulatore di guida e del 58% nella prova su strada.
Il procedimento impiegato per la ricerca è risultato piuttosto lungo e, a tal proposito, Joseph Smyth, autore principale dello studio afferma “Speriamo che in futuro si possa ottimizzare un metodo breve, immaginando che quando qualcuno sta aspettando un test drive per un nuovo veicolo autonomo, possa sedersi nello showroom e fare alcuni ‘puzzle di allenamento del cervello’su un tablet, riducendo così il rischio di andare incontro al disturbo. È probabile che questo metodo possa essere utilizzato anche per il mal di mare per il personale o i passeggeri delle crociere”.
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Fonte: Ansa