L’udito va protetto e preservato. La sordità o ipoacusia è una condizione molto diffusa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il 20% circa della popolazione mondiale ne sia colpita.
Diversi fattori possono concorrere a danneggiare il nostro orecchio, ma la stessa OMS lancia un allarme particolarmente preoccupante e tira in ballo l’uso improprio della tecnologia: entro il 2050 oltre un miliardo di giovani potrà avere un disturbo precoce dell’udito. Ne parliamo con il Prof. Giuseppe Chiarella – Presidente Società Italiana di Otologia e Scienze dell’Udito – SIOSU – e Ordinario di Audioologia all’Università Magna Grecia di Catanzaro.
La sordità o ipoacusia è in aumento. Negli ultimi anni si spinge molto verso campagne di sensibilizzazione anche con giornate dedicate per favorire il contatto dell’utenza con gli specialisti ma anche con i medici appunto delle cure primarie. Che cosa è cambiato negli ultimi anni?
«È cambiata la percezione corretta di questo problema a livello mondiale – ci spiega Giuseppe Chiarella , Presidente della Società Italiana di Otologia e Scienze dell’Udito – SIOSU.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità – ha attenzionato la sordità e il rischio di arrivare a questa condizione diventato diffusissimo. I problemi uditivi riguardano percentuali importanti in Italia e nel mondo e l’attenzione, prima concentrata verso gli adulti o gli anziani, ora si è spostata anche verso i giovani. Sono aumentate così le campagne di sensibilizzazione.»
Le cause della sordità e gli screening biologici neonatali
«Le cause di perdita di udito sono molto varie, alcune possono essere presenti già dalla nascita e quindi necessitano di una maggiore un’attenzione, in quanto, riguardano il momento delicato delle crescita, quello dell’acquisizione del linguaggio, ed per questa è per questo che su tutto il territorio nazionale sono diventati obbligatori gli screening biologici neonatali per evitare che possano “sfuggire” ai medici bambini ipoacusici o sordi destinati a diventare, se non “intercettati” – dei sordomuti.
Dal momento che c’è un intervallo importante di sensibilità di acquisizione al linguaggio che non va oltre i 2-3 anni di vita, è importante individuarli immediatamente per poter intervenire, protesizzare. Per altre fasce di età le cause sono da ricondurre a problemi di origine genetica o di patologie infiammatorie o tossiche, in primis l’esposizione ad agenti lesivi per l’udito ovvero l’inquinamento acustico, il rumore.»

L’inquinamento acustico, un pericolo per l’udito
«La Giornata Mondiale dell’Udito dello scorso anno ha posto l’attenzione proprio sull’effetto negativo del rumore sul nostro orecchio, soprattutto sui ragazzi di cui non abbiamo contezza poiché i giovanissimi sentono bene, sono sani ma stanno diventano quelli più esposti a questi rischi. Ecco il motivo della sensibilizzazione di quest’anno cioè del fatto che bisogna realizzare con le cure primarie con i medici di base, con i pediatri per riuscire a individuare tempestivamente tutte queste condizione di rischio, un patto tra specialisti e cure primarie, questo il tema di quest’anno.»

L’orecchio, una macchina complessa e delicata. Gli “ingranaggi”sono sostituibili?
«Alcuni elementi del nostro orecchio che non funzionano più sono parzialmente sostituibili perché la tecnologia è andata avanti. Al di là delle protesi convenzionali, ovvero l’apparecchio che si posiziona all’esterno del padiglione auricolare e che amplifica in molto sofisticato i segnali che arrivano dal mondo esterno, esistono effettivamente delle possibilità di sostituzione: l’impianto cocleare. Questo è un dispositivo che sostituisce la chiocciola, la coclea, a parte recettoriale dell’orecchio interno che non funziona.
Le sostituzioni possono essere di tipo otologico, di tipo chirurgico. In alcuni delle patologie, come per esempio le otosclerosi viene sostituta una porzione degli ossicini che sono il sistema di trasmissione del suono nell’orecchio medio, con strutture tecnologiche in grado di “fare il lavoro” degli ossicini malfunzionanti.»
La scienza e la sordità
«La scienza è andata molto avanti, potrebbero non esserci più persone sorde nel senso letterale del termine, tranne situazioni in cui i danni riportati sono molto molto rari che riguardano il sistema uditivo. Esistono tecnologie eccellenti, capacità diagnostiche e terapie e quindi possiamo offrire il massimo ai pazienti. L’ipoacusia non colpisce solo gli anziani che vanno incontro a quel decadimento, abbassamento, quella perdita fisiologica compatibile con l’età.»

Device, “ladri” di udito
«Sono numeri realistici. Capita abitualmente di incontrare sui mezzi di trasporto giovani con le cuffiette la cui musica si sente anche all’esterno. Allora immaginiamo quanto possa essere alto il volume di questo suono che i ragazzi ascoltano per molte ore al giorno esponendo ad un forte rischio l’udito. Non si tratta di danni gravi quali la sordità per la quale esistono vari gradi ma tutti con una percentuale di danno per la comunicazione. E’ necessario attenzionare i device e i giochi al computer. Siamo sempre immersi in rumori eccessivi, in una stimolazione acustica non confortevole.»

Si può fare delle prevenzione? A cosa dobbiamo stare attenti?
«Si può fare della prevenzione oltre a quella attuale; l’obbligo dei costruttori di dispositivi elettronici di informare gli utenti sulla loro eventuale pericolosità. L’importante è sensibilizzare la popolazione e non confondere una situazione piacevole, come può essere quella di un concerto, l’ascolto della musica o di un videogame e informare sui danni che un prolungato ascolto può provocare, consigliare di rivolgersi ai medici quando compaiono gli acufeni, ovvero quei fastidiosi fischi, nel caso di difficoltà a capire il parlato di una persona. Questi possono essere dei campanelli d’allarme che dobbiamo tenere presente e quindi controllare l’udito, la chiave è controllare l’udito periodicamente. Non costa niente ed è assolutamente non invasivo.»
L’ipoacusia, la sordità negli anziani e adulti è correggibile, più importante per i deficit cognitivi, per la demenza, per l’Alzheimer. Quindi, se vogliamo rimanere giovani almeno di testa, dobbiamo tutelare bene l’udito.»