Lo sbadiglio è un riflesso respiratorio involontario. Sbadigliamo per sonno, noia, rilassamento e per fame. Secondo una delle più recenti teorie lo facciamo per refrigerare il cervello, per regolarne la temperatura
Altre ipotesi sostengono che abbia la funzione di far riacquistare vigilanza e uscire dal torpore. Lo facciamo almeno 8 volte al giorno. Ma la caratteristica più curiosa è la contagiosità e ha che vedere con la capacità di entrare in empatia con gli altri
A volte proprio non riusciamo a trattenerci e ci lasciamo andare allo “yaaaawn!” e sbadigliamo…Tecnicamente e scientificamente lo sbadiglio è un riflesso respiratorio involontario con una profonda inspirazione e una conseguente espirazione.
Ma perché sbadigliamo? Secondo una delle teorie più recenti lo facciamo per “refrigerare il cervello”, si attiva un sistema di raffreddamento, ovvero per regolare la temperatura dell’encefalo. Ma questa non è l’unica ipotesi. l’organismo cerca di reagire a uno stato di torpore e di riacquistare una condizione di vigilanza, grazie al maggiore afflusso di ossigeno nel sangue e da qui al cervello. Ma tale comportamento non riguarda solo gli umani, è stato osservato nelle varie specie di mammiferi e negli uccelli. Sbadigliano anche loro.
Il meccanismo d’azione dello sbadiglio
Che cos’è che fa scattare il complesso sistema nervoso? Sonno, noia, fame, relax. Nella fase di inspirazione, si attivano una sequenza di movimenti con l’obbiettivo di favorire il passaggio dell’aria: si apre la bocca, si contraggono i muscoli del viso, si alza la glottide, liberando il passaggio dell’aria in trachea, si contraggono i muscoli costali, provocando il sollevamento e l’allargamento della cassa toracica e la distensione del diaframma.
La “contagiosità” dello sbadiglio
Secondo la studiosa Elisabetta Palagi, la più grande esperta italiana di sbadigli, in un articolo pubblicato sulla rivista Focus.it spiega che la caratteristica più strana e il mistero più intrigante è la contagiosità di questo atto. Spalancare la bocca e contrarre i muscoli proprio in quel modo è contagioso perché è un segnale sociale. E su questo gli studi sono ancora in corso. Di recente è stato scoperto che tra i leoni se uno sbadiglia, un altro fa lo stesso. Secondo lo studioso Gianluca Ficca, nell’uomo, il meccanismo non è molto diverso, ci sono ormai molte prove del fatto che la contagiosità dello sbadiglio ha a che fare con la capacità di entrare in empatia con gli altri.
Perchè sbadigliamo? Per fame, sonno e noia
Gli studiosi distinguono due tipi di sbadiglio: quello fisiologico, campanello di un’esigenza del nostro corpo quali il sonno e la fame e quello psicologico, la risposta alla noia o all’imitazione di qualcuno che sbadiglia. Le ricerche hanno dimostrato che basta vedere uno “sbadigliatore” o solo “ascoltarlo” per ritrovarci a compiere lo stesso atto, anche se tiene la mano davanti alla bocca e quindi non è evidente ai nostri occhi.
Il tempo di uno sbadiglio
Uno sbadiglio dura tra i tre e i 10 secondi e la frequenza media degli sbadigli è 7 o 8 volte al giorno. Ma c’è molta soggettività individuale: si va da 0 a 28-30 sbadigli nell’arco della giornata. E non ci sono differenze tra maschi e femmine.
Esistono però momenti della giornata in cui si sbadiglia di più. Uno studio americano sulla distribuzione di questo atto nelle 24 ore ha mostrato che alle 23 si sbadiglia di più. Gli altri due momenti sono le 18 e il risveglio. Con alcune differenze tra le persone che non hanno difficoltà a svegliarsi la mattina presto e che si definiscono “allodole” e i cosiddetti “guf”, soggetti più attivi la sera.

Il primo sbadiglio
Il primo sbadiglio arriva prima molto presto, addirittura prima della nascita (tra le 12 e le 14 settimane di età gestazionale). Il sonno però non c’entra poichè il bimbo ancora non ha acquisito il ritmo sonno-veglia. Ma sono le ecografie a svelarci le lente aperture della bocca contemporanee a un abbassamento della lingua,: la bocca rimane completamente aperta per dai 2 agli 8 secondi per poi ritornare lentamente in posizione di riposo.