Polmonite derivata da leucemia mielomonocitica cronica: chemioterapia tra i trattamenti salvavita
Attraverso le cronache di questi giorni si accendono i riflettori sulla leucemia mielomonocitica cronica, la patologia di cui è affetto l’ex premier Silvio Berlusconi, ricoverato in terapia intensiva al San Raffaele ormai da diversi giorni. Attualmente le condizioni del leader di Forza Italia restano gravi ma stabili, e si attendono di vedere gli effetti della chemioterapia sul paziente.
Leucemia mielomonocitica cronica
Questa forma di leucemia è la più frequente tra le displasie del sistema sanguigno, e si manifesta con l’aumento notevole dei monociti (un tipo di globuli bianchi) nel sangue. Questo tipo di leucemia compare, solitamente, in età già avanzata, ed è meno frequente nella popolazione giovane e adulta.
Attualmente, l’unica soluzione potenzialmente risolutiva della patologia sembra essere il trapianto di cellule staminali, anche se la chemioterapia resta una delle cure più efficaci a cui i pazienti affetti da leucemia mielomonocitica cronica vengono sottoposti.

Leucemia mielomonocitica, colpisce soprattutto gli anziani
Leucemia mielomonocitica cronica: cause e sintomi
Fermo restando che la ricerca nell’ambito non si arresta e non è arrivata tutt’ora ad una definizione esaustiva dell’origine di tale patologia, la causa più evidente di questo tipo di malattia consiste in un’anomalia delle cellule staminali e del midollo osseo.
Questa forma di leucemia ha sintomi simili a quelli di molte altre forme di patologie del sangue: in particolare, essa si manifesta con stanchezza e spossatezza molto marcate, sudorazione notturna, ingrossamento di fegato e milza, perdita di peso e infezioni polmonari ricorrenti.
Lo stesso ex premier sarebbe stato colpito da polmonite bilaterale batterica, patologia causata spesso dallo pneumococco, in questo caso aggravata dalla leucemia cronica preesistente.

Se i trattamenti funzionano e risultano efficaci, in particolare la chemioterapia e l’assunzione di determinati farmaci, i pazienti possono convivere con la malattia anche per diversi anni.
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Redazione
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