Le cicatrici sono inestetismi ma possono essere anche molto dolorose dal punto di vista fisico e talvolta rappresentare il brutto ricordo di un evento traumatico. Alcuni scelgono di non “cancellare” quel segno impresso sulla pelle, altri di eliminarle anche per ragioni funzionali, ma nella maggior parte dei casi si mira a miglirarne l’aspetto. Dobbiamo prenderci cura delle nostre cicatrici. Oltre alla chirurgia ci sono molti altri trattamenti a disposizione e tecniche innovative, anche le infiltrazioni di tossina botulinica.
Le cicatrici sono la reazione naturale della nostra pelle o di un organo ai traumi, nel caso esiti di lesioni o di interventi chirurgici. La guarigione della cicatrice può essere influenzata da diversi fattori: le condizioni della pelle, la profondità del danno tissutale e il trattamento della cicatrice. Ma come possiamo rendere meno visibili e migliorare l’aspetto delle nostre cicatrici? Ne abbiamo parlato con il dott. Guido Dalla Costa, chirurgo plastico ed estetico, dermatologo, membro di AITEB- Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino.
Che cosa sappiamo delle cicatrici?
«Le cicatrici spesso sono una parte naturale del processo di guarigione di un trauma, di una lesione, degli esiti di un intervento – spiega Dalla Costa – . Talvolta sono un problema estetico, altre volte possono diventare un fastidio funzionale, imperdire il movimento di un arto. Nel processo di guarigione di una ferita, la cicatrice continua ad “evolversi” al suo interno per oltre un anno, a seconda delle linee di tensione e le forze presenti, per questa ragione è importante “sorvegliarle” nel tempo. E di fronte ad una cicatrice anomala è necessario rivolgersi ad uno specialista: al chirurgo plastico o al chirurgo generale.»

La classificazione
«Le cicatrici possiamo classificarle e descriverle su base morfologica, ovvero come si presentano: può essere normale e quindi morbida, rosea, elastica. Le cicatrici patologiche possono essere dure, retraenti, ad esempio può accadere che in corrispondenza di un’ articolazione si formi una sorta di cordone fibroso che impedisce il movimento completo di un arto.
Ma esistono tre tipi principali di cicatrici:
Ipertrofiche, quando si presentano in rilievo rispetto al piano cutaneo (la pelle) fino a diventare cheloidee, i veri e propri cheloidi che si differenziano dalle c. ipertrofiche per essere molto più grandi rispetto alla ferita o al taglio iniziale. Queste ultime possono essere molto dolorose sia alla palpazione ma anche nel caso in cui non cia nessun tipo di sollecito e generare prurito. E infine le c. atrofiche, depresse, che si esprimono con un avvallamento e la pelle è molto più sottile.»
Come avviene la cicatrizzazione?
« A seguito del trauma, si forma un coagulo, si genera la fibrina. Le piastrine, particolari cellule del sangue deputate alla guarigione dei tessuti, rilasciano dei fattori di crescita per la formazione di nuovi vasi, ed questo il motivo per cui le cicatrici all’inizio sono generalmente rosse, poichè contengono tanti vasi che portano sostanze nutritizie, immunitarie, ossigeno: favoriscono la migrazione di cellule, si forma un tessuto di granulazione ovvero dei vettori di cellule che portano alla contrazione della ferita e alla chiusura della cicatrice. Nell’uomo si genera un processo di riparazione più che di rigenerazione come avviene negli animali; pensiamo alla lucertola e alle rane nei quali il processo di rigenerazione dei tessuti è così spinto da riformare coda e zampa. L’uomo ha perso questa capacità e ripara la ferita con una cicatrice.»
La capacità ” riparatrice”
«La capacità di cicatrizzazione è molto soggettiva. Dipende dall’età, i bambi cicatrizzano più velocemente e hanno buone capacità di riparazione di rigenerazione che poi vengono “perse” con l’’avanzare degli anni: dai 40 ai 60 la riparazione non è ottimale. Nel soggetto anziano paradossalmente le cicatrici sono “buone” perché non ci sono tensioni eccessive nei tessuti e questo favorisce una buona cicatrice.»

Trattamenti innovativi, il botulino
«Si ricorre alla chirurgia per correggere cicatrici retraenti o per ridurre le dimensioni. I trattamenti sono di tipo medico: creme a base di vitamina E, di olii di silicone, estratti di cipolla che hanno un’azione eutrofica (migliora la nutrizione dei tessuti). Anche la pressoterapia (trattamento medico ed estetico che migliora il rendimento del sistema circolatorio e del sistema linfatico) può risultare molto efficace, così anche il massaggio, ma quando è necessario un rimedio più forte, le cicatrici si trattano con infiltrazioni di cortisone e negli ultimi anni è entrata nella rosa delle terapie a disppsizione del paziente anche l’iniezione a base di tossina botulinica che riesce ad apportare benefici dove altri farmaci non arrivano, in quanto, possiede un’ottima capacità di modulare la cicatrice.»
Il meccanismo d’azione
«La cicatrice patologica esprime dei fattori di crescita esponenziale, il botulino inibisce questi fattori in eccesso, ne abbassa la quantità e la cicatrice può ridursi di dimensione, schiarirsi e ammorbidirsi. La cosa estremamente interessante è che a distanza di due tre giorni dall’iniezione di botulino nella cicatrice scompaiono dolore e prurito.
Le sedute hanno in genere hanno cadenze mensili, Nel caso di una cicatrice ipertrofica si riesce a gestire più facilmente, bastano 5 sedute. Un cheloide richiede un trattamento più lungo, anche una decina di sedute ma i risultati permangono nel tempo.»
Il cheloide ha una sede prefererenziale? Dove si forma più facilmente?
«Ci sono delle zone del corpo, come ad esempio la parte superiore della schiena, le spalle, il decolté dove la cicatrice ipertrofica e il cheloide si possono sviluppare con maggiore facilità e questo indipendentemente dall’età. Sono zone molto sensibili.»

Un altro fattore che può portare ad una brutta cicatrizzazione è la tensione. Ai margini della ferita ci sono muscoli che tirano, la ferita è sottoposta a forze anomale e questo può generare una brutta cicatrice. Anche il questo caso il botulino, mettendo a riposo per qualche mese il muscolo e la pelle intorno alla cicatrice, permette una guarigione migliore e con risultati molto soddisfacenti dal punto di vista estetico.»
Le cicatrici e il sole
«ll problema dell’esposizione al sole delle cicatrici è un po’ enfatizzato. Quando c’è un processo infiammatorio in atto dovuto anche ad una puntura di insetto, può capitare che la cute venga pigmentata ovvero diventi più scura. I raggi solari notoriamente vanno ad infiammare ulteriormente ma basta “astenersi” dal sole, applicare un cerotto o uno schermo solare per 20-30 giorni, misure di protezione più che sufficienti. E aggiungo che, nel caso di trattamenti con il botulino, non ci sono controindicazioni, ci si può tranquillamente esporre al sole, anzi alcuni studi scientifici di laboratorio dimostrano che la tossina botulinica ha un’ azione di prevenzione su eventuali danni da Ultravioletti B sui fibroblasti, le cellule del derma.»