Palestre, piscine, teatri e cinema e poi l’intero comparto del turismo. Questi, con quelli della ristorazione e del commercio al dettaglio, sono i settori che maggiormente stanno risentendo della pandemia. Intanto la neve ritarda l’arrivo delle nuove dosi di vaccino.Venezia deserta Una flessione di oltre il 50% di presenze registrate nel 2020 rispetto al 2019. I dati sul turismo in Italia (lo stesso trend negativo si registra per tutta Europa) delineano la situazione del comparto che rimane di estrema sofferenza
Lo rileva l’Istat nel suo report periodico.
Le città d’arte in particolare registrano un crollo del 73,2% delle presenze. Tagliati anche i viaggi degli italiani per motivi di lavoro (-59%) e, in misura minore ma comunque forte, quelli per vacanze (-23%).Attesa per le decisioni sui centri sportivi
Riapertura di palestre e piscine?
Sulla possibile riapertura di palestre e piscine il ministro dello sport Vincenzo Spadafora si dichiara timidamente possibilista. “Penso sia possibile, seppur con alcune limitazioni, riaprire palestre, piscine e centri di danza entro la fine di gennaio”, ha detto il titolare del dicastero intervenendo stamattina (29/12/2020) ad un programma televisivo. Spadafora ha ribadito poi che comunque si dovrà tenere conto dell’andamento dei contagi, “ma la riapertura a fine gennaio è un obbiettivo raggiungibile.
Dosi di vaccino in ritardo
Intanto le abbondanti nevicate in tutta Europa hanno bloccato l’arrivo dal Belgio di circa 470mila dosi di vaccino.Mezzi spazzaneve in azione Questo ha determinato il posticipo di un giorno delle somministrazioni negli ospedali e nelle Rsa. Lo hanno già confermato le regioni Piemonte, Liguria e Veneto.
Ed è proprio in quest’ultima regione che si registra il maggior numero di contagi: precisamente 2.655 nelle ultime 24 ore.
Durante la consueta conferenza stampa della regione dalla sede della Protezione civile a Venezia, il direttore generale della Sanità del Veneto Luciano Flor ha sottolineato che “i dati sono da valutare nel lungo periodo, non solo in 24 ore. Il Veneto ha attualmente un tasso di mortalità da Covid-19 più basso di altre regioni del nord Italia” e ha aggiunto “ci sono posti di terapia intensiva pronti all’uso nel caso in cui la situazione si faccia più grave, ma servirebbe del personale aggiuntivo”.L’esperto: “Dobbiamo alleggerire la pressione sugli ospedali” Dopo il V-Day abbiamo sentito il professor Giovanni Di Perri, Resp. Clinica Malattie infettive Amedeo di Savoia, Torino, ieri tra i primi sanitari a sottoporsi a vaccinazione. Ascolta l’intervista al virologo, prof. Di Perri “Questo vaccino – ci ha spiegato il prof. Di Perri – ha beneficiato di tutte le conoscenze scientifiche scaturite dagli studi di altre due pandemie, quelli per virus Sars e Mers, molto simili tra loro e quindi lo studio del vaccino era praticamente pronto.
Il vaccinato sarà ragionevolmente protetto dal virus, io mi accontenterei già di una copertura prima dell’estate dei soggetti sopra i 60 anni. In questo modo metteremmo in protezione quelle fasce di età che costituiscono la stragrande maggioranza dei ricoveri difficili e dei decessi.
Poi in seguito si potranno fare altre valutazioni, quando saremo meno in affanno. Oggi la lentezza con la quale scende la curva dei contagi sta provocando un’enorme pressione sugli ospedali che, pressati dalla pandemia, hanno a disposizione meno mezzi anche per tutte le altre patologie”.
Continua anche la ricerca sui farmaci per curare il Covid-19.
“Gli anticorpi monoclonali – ha concluso il prof. Di Perri – sono attualmente la risposta riconosciuta come la più valida nelle prime fasi dell’infezione”. Leggi anche il nostro articolo sulle regole per tutelare i nostri anziani durante le Feste
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