

In occasione della festa dei nonni che si celebra il 2 ottobre, SIOT ricorda l’attenzione per le fratture che spesso si verificano durante la terza età
In occasione della giornata mondiale per le persone anziane e la quasi concomitante festa dei nonni, SIOT Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, si sofferma sulla pericolosità delle fratture durante la terza età. È importante dunque avere cura della propria salute e avere un’occhio di riguardo per le proprie ossa.
“Con il passare degli anni e con il significativo incremento della vita media – spiega il Professor Francesco Falez, Presidente SIOT – aumenta la possibilità di incorrere in fratture, in particolare quelle collegate all’osteoporosi. La colonna vertebrale, l’omero, l’anca e il polso sono le parti del corpo maggiormente colpite, mentre le cadute rappresentano il principale fattore scatenante. Tra le conseguenze delle fratture nelle persone anziane vi è la necessità di un ricovero, spesso lungo, nonché un aumento della mortalità. Oltretutto gli anziani impiegano più tempo a riprendersi da una frattura e in alcuni casi il recupero non è completo; tutto ciò rende le ossa ancora più fragili e favorisce la comparsa di nuove fratture, oltre a causare isolamento sociale, perdita di indipendenza e dolore cronico.”
“Per prevenire e trattare le fratture da fragilità – prosegue il Presidente Falez – la figura di riferimento è l’ortopedico, il quale ha il compito di indirizzare i pazienti a rischio a sottoporsi ad opportuni esami per dare l’avvio ad una eventuale terapia preventiva. Se invece il paziente si presenta già fratturato alla visita, dopo l’opportuno trattamento chirurgico, lo specialista avrà il compito di tenerlo sotto controllo nei mesi successivi, integrando una terapia preventiva che ha lo scopo di ridurre il rischio di incorrere in nuovi eventi traumatici”. Man mano che gli anni passano, si registra un numero sempre più crescente di fratture legate all’aumento del numero degli anziani. Secondo quanto rende noto il Ministero della Salute, nelle donne di oltre 45 anni le fratture da osteoporosi determinano più giornate di degenza ospedaliera di molte altre patologie di rilievo, quali infarto del miocardio, diabete o carcinoma mammario. L’incremento dell’osteoporosi viene chiamato “epidemia silenziosa” perché la malattia non dà segno di sé prima della frattura, inoltre la frattura molte volte non viene identificata, segnalata e trattata.
Infine, l’ONU stima che entro il 2050 il 65% della popolazione europea avrà più di 60 anni. SIOT quindi, rispondendo concretamente alla richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di “agire in più settori e consentire alle persone anziane di rimanere una risorsa per le loro famiglie, comunità ed economie”, si fa sempre più promotrice dell’invecchiamento attivo attraverso iniziative di sensibilizzazione mirate a diffondere le azioni necessarie al miglioramento della salute delle ossa degli anziani.
Redazione Fonte: Ufficio Stampa GAS Communication
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