Il digitale? Fa parte della famiglia. Social durante i pasti e un assistente vocale per cantare la ninna nana. Le Associazioni di pediatri e Fondazione Carolina Meta lanciano “Connessioni delicate” un progetto per sensibilizzare i genitori sull’uso dei device. I risultati della fase pilota
Negli ultimi anni i pediatri si trovano a fare i conti non solo con le classiche patologie dell’infanzia , ma anche con il digitale e device (dispositivi elettronici) e la “sorveglianza” della salute dei bambini diventa “speciale”. L’utilizzo del web non va demonizzato, ma deve essere corretto e controllato soprattutto quando si tratta di minori. L’uso del digitale (chat, social, smartphone, tablet ecc.) all’interno delle famiglie è molto diffuso, è questa è una cosa seria.
Bisogna “educare” prima di tutto i genitori? Pare proprio di sì. Le Associazioni di pediatri ACP – Associazione Culturale Pediatri– FIMP – Federazione Italiana Medici Pediatri e SIP Società Italiana Pediatri in collaborazione con la Fondazione Carolina e Meta hanno lanciato “Connessioni delicate”, un progetto rivolto a tutte le famiglie con l’obiettivo di sensibilizzare i genitori sull’utilizzo dei dispositivi digitali con i figli e di promuovere buone pratiche grazie alle indicazioni dei medici pediatri. Dai primi risultati emerge una scarsa consapevolezza da parte delle famiglie e una condizione di solitudine nei bambini. L’indagine rivela inoltre che bimbi sono abituati alla presenza di tablet e smartphone già dalla prima infanzia, anche in un momento fondamentale come quello dell’allattamento.
“Connessioni delicate”
Un gruppo di medici pediatri volontari ha coinvolto circa 800 famiglie a livello nazionale con un questionario anonimo sulle abitudini e i comportamenti online.
Un Comitato Scientifico del progetto, composto da due professionisti per ogni ente coinvolto, ha elaborato la base scientifica necessaria all’avvio dell’iniziativa e coinvolto i pediatri che hanno aderito alla fase pilota, da luglio a novembre.

Diapositivi elettronici in tenerà età
Un’indagine sul rapporto con il digitale all’interno delle famiglie con figli di età compresa tra 0 e 15 anni rivela un dato estremamente importante: nella fascia 0-2 anni il 72% delle famiglie ammette di utilizzare social e chat durante i pasti dei propri figli. Dal questionario emerge inoltre scarsa consapevolezza da parte delle famiglie e una condizione di solitudine nei bambini: il 26% dei genitori permette che i propri figli utilizzino i device in autonomia tra 0 e 2 anni, percentuale che sale al 62% per la fascia 3-5 anni, all’82% a nella fascia 6-10 anni e al 95% tra gli 11 e i 15 anni.
Annamaria Staiano, presidente della Società Italiana Pediatri , ci mette in guardia e ricorda che già in uno statement pubblicato nel 2018 sulla rivista Italian Journal of Pediatrics la SIP ha messo in luce i rischi documentati per la salute psicofisica di un uso precoce, prolungato e non controllato dagli adulti, dei media device nei bambini da 0 a 8 anni. Sono state rilevate interferenze negative sul sonno, sulla vista, sull’apparato muscolo-scheletrico, sull’apprendimento e persino sullo sviluppo cognitivo”

Da queste evidenze scientifiche nasce la raccomandazione di evitare l’uso di smartphone e tablet prima dei due anni, limitarne l’uso a massimo un’ ora al giorno tra 2 e 5 anni e al massimo a 2 per quelli di età compresa tra 5 e 8 anni.
Tablet e smartphone durante l’allattamento…e le mamme non colgono i segnali del figlio/a
Dallo studio di “Connessioni Delicate” emerge che i bambini sono abituati alla presenza di tablet e smartphone già dalla prima infanzia, anche nel momento fondamentale dell’allattamento. Antonio D’Avino, presidente di FIMP – Federazione Italiana Medici Pediatri – osserva che una diminuzione dell’attenzione delle madri ai segnali di suo figlio a causa dell’uso dello smartphone, specialmente all’inizio della vita nei contesti interattivi primari dell’allattamento può avere ricadute negative sulle traiettorie neuroevolutive del bambino. Tra i tre e i sei mesi di vita, l’allattamento al seno e le interazioni faccia a faccia costituiscono la maggior parte dei contesti in cui si sviluppa il legame genitore”,
“Assistenti vocali” per cantare la ninna nana
Tra le braccia di Morfeo. Dal questionario emerge che una famiglia su quattro nella fascia 0-2 anni e una su cinque, in quella 3-5 anni, si affida all’intelligenza artificiale per far addormentare i propri figli, con ninne nanna prodotte dagli assistenti vocali. Dati che denotano l’ “onnipresenza” degli strumenti tecnologici da parte dei genitori e dei dei bimbi, in tutte le fasi della crescita: il 35% dei genitori di bambini tra 0 e 2 anni delega ai device il compito di intrattenere i propri figli, anche per la lettura di fiabe, percentuale che arriva all’80% nella fascia 3-5 anni.
La disinformazione dei genitori
Dall’indagine emerge anche una scarsa percezione delle famiglie sui rischi dell’uso improprio della tecnologia digitale.
Stefania Manetti, Presidente ACP ci spiega che il cervello di un adolescente non è come quello di un adulto, tanto che la quantità di mielina raddoppia e questo comporta una più rapida propagazione dei messaggi nervosi. L’esposizione a fattori traumatici e tossici può quindi alterarne lo sviluppo cognitivo. Per esempio, la riduzione delle ore di sonno per l’utilizzo dei mezzi digitali comporta spesso problemi sul rendimento scolastico.
Inoltre, un uso non regolamentato dello smartphone rischia di causare dipendenza e scarse relazioni sociali in un momento della vita in cui la socialità, reale e non virtuale, assume un ruolo importante per lo sviluppo di autonomia, senso critico, nonché della personalità. I genitori di oggi, di fronte a queste problematiche complesse, devono essere supportati nell’assumere posizioni educative più appropriate.

Il benessere psico-fisico dei bambini prima di tutto
Ivano Zoppi, Segretario generale di Fondazione Carolina – osserva che la sicurezza dei minori online non è solo una questione tecnologica, ma interessa la salute delle nuove generazioni. Il benessere psico-fisico dei bambini va tutelato nell’online esattamente come nell’offline, già a partire dai primissimi anni di vita ed è compito dei genitori esserne consapevoli e responsabili con il supporto degli specialisti competenti, in questo caso i medici.
Fonte testo: Comunicato Intermidia/Associazioni Pediatri