Una giornata, il 17 novembre, per ricordare l’importanza dell’assistenza immediata nei confronti dei prematuri. È la Giornata Mondiale della Prematurità, evento riconosciuto dal Parlamento Europeo grazie all’impegno della European Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI)
Il World Prematurity Day è stato fissato in questa data perché il 17 novembre del 2008, durante una riunione dell’EFCNI, uno dei membri fondatori dell’organizzazione divenne padre di una bambina, dopo aver perso tre figli nati prematuramente. Un momento di gioia, quindi, legato però alla tragedia di tante famiglie.

Giornata Mondiale della Prematurità, qualche numero
Anzitutto, di cosa parliamo quando si parla di prematuri? Un neonato prematuro è un bambino nato prima di 34 settimane di gestazione. Poi ci sono i neonati molto pretermine, nati tra le 28 e 31 settimane di gestazione. Infine, i neonati estremamente pretermine nati prima delle 28 settimane.
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno 15 milioni di bambini nascono prima dei 9 mesi di gestazione canonici, 1 milione sono quelli che non sopravvivono o che presentano danni permanenti, come paralisi celebrale, perdita della vista e dell’udito e disabilità cognitive.
Nel nostro paese ci attestiamo attorno ai trentaduemila neonati pre-termine, nati, cioè, prima della trentasettesima settimana di gestazione. Si tratta di bambini molto fragili perché non hanno sviluppato a dovere gli organi respiratori e il cuore e hanno bisogno per questo di terapie intensive specifiche.
Perché si nasce pretermine?
Tanti sono i fattori che impediscono a una gravidanza di terminare entro i nove mesi. Tra i fattori di rischio materni ci sono malattie immunologiche, del sangue e i tumori. Ma svolgono un ruolo anche l’età, lo stato di salute generale o eventuali abusi di sostanze. Naturalmente, le cause di prematurità possono anche essere fetali.
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Giornata Mondiale della Prematurità, cos’è cambiato oggi?
Sicuramente, è diminuita la mortalità, proprio grazie alle terapie intensive neonatali. Se negli anni ’60 il 70% dei neonati con peso inferiore a 1500 grammi moriva, negli anni 2000 la mortalità è scesa a meno del 15%. Ma il neonato prematuro è sempre a rischio. Ecco perché è importante non solo gestire l’emergenza post nascita, ma anche i 3 anni successivi (non tutte le TIN, terapie intensive neonatali si spingono fino a qui).
In Italia, a oltre 6 anni dalla riorganizzazione della rete neonatale, tanti bambini nascono ancora in centri nascita non adeguati. È importante anche che si salvaguardi il rapporto mamma-figlio, rendendo costantemente presenti i genitori, essenziali per lo sviluppo del bambino e per farlo stare bene.
Giornata Mondiale della Prematurità, l’Italia si tinge di viola
Il viola è il colore simbolo dei prematuri e molte città si illumineranno di viola per celebrare la ricorrenza. E per ricordare a tutti che nascere prematuri non è una condanna. Prova ne sono alcuni dei personaggi più importanti della storia, nati prima del termine. Qualche nome? Albert Einstein, Pablo Picasso, Isaac Newton (che pesava solo 1 chilo e 300 grammi) e Victor Hugo.