Il 15 marzo 2021 ricorre la decima Giornata del fiocchetto lilla per sensibilizzare sui DCA, disturbi del comportamento alimentare. In Italia oltre 3 milioni di persone convivono con una qualche tipologia di problema legato all’alimentazione, oltre 2 milioni sono adolescenti.

Anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata, sono solo alcuni dei tanti risvolti, spesso sfumature determinanti, che assumono i disturbi del comportamento alimentare.
Da 10 anni a questi problemi viene dedicata una giornata di sensibilizzazione, per parlare di questi disturbi, per dire a chi ne soffre e alle famiglie che non sono soli.
Fiocchetto lilla, simbolo della lotta ai DCA
Il Fiocchetto Lilla è il simbolo della lotta contro i disturbi del comportamento alimentare ed è il simbolo di una lotta per il diritto alla cura contro un’epidemia che sta prendendo dimensioni sempre più preoccupanti, alla quale non vengono ancora destinati fondi sufficienti e specifici.
I dati sono allarmanti: negli ultimi 4 mesi del 2020 si è registrato un aumento del 30% dei casi di disturbi legati al comportamento alimentare mentre le famiglie spesso sono lasciate sole, senza strumenti, di fronte ai profondi malesseri dei figli che spesso sfociano in atteggiamenti autodistruttivi.
In occasione della Giornata abbiamo intervistato Stefano Tavilla, fondatore e presidente dell’associazione Mi nutro di vita, nata all’indomani della scomparsa della figlia Giulia, 17 anni, per le della bulimia.
Ci ha parlato delle iniziative, naturalmente on line, in programma per la Giornata e dei progetti che l’Associazione non smette di portare avanti.
Coloriamoci di lilla è una pagina Facebook nella quale sono riportate tutte le iniziative organizzate non solo per il 15 marzo ma anche per i giorni successivi e sono davvero tante.
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“Dal 2011, quando l’Associazione Mi nutro di vita è nata, ad oggi tanti passi avanti sono stati fatti nell’ambito molto vasto dei DCA, disturbi del comportamento alimentare – ci ha detto Stefano Tavilla -e il fiocchetto lilla ha il merito di aver creato aggregazione e riconoscimento per tutte le persone che prima si nascondevano dietro la vergogna. Oggi tante più persone escono allo scoperto e hanno il coraggio di chiedere aiuto.
E’ proprio quell’aiuto che ancora si fa fatica a dare: avere la possibilità di accedere alle cure, spesso questo non è ancora possibile per tutti. Le fasi sono molto chiare: innanzitutto la prevenzione, poi il riconoscimento primario dei medici di famiglia e dei pediatri che per il loro ciclo di studi spesso non conoscono i DCA. Poi il supporto degli ambulatori territoriali per intervenire tempestivamente. Poi se poi se questi approcci falliscono allora c’è la cura estrema con interventi invasivi e con la possibilità di entrare in comunità residenziali che in Italia sono ancora troppo poche.
Chiediamo che i DCA vengano riconosciuti come malattie a se stanti e non più classificate all’interno delle malattie psichiatriche. In questo modo si potrebbe accedere più facilmente alle cure e alla prevenzione mirata.
Dobbiamo ricordare che oggi i disturbi interessano anche bambini di 10/12 sia maschi che femmine e quindi è dai più piccoli che deve partire la prevenzione”.
DCA, il ruolo delle famiglie
“La famiglia è stata troppo a lungo colpevolizzata – ha proseguito Tavilla – per molt anni le madri sono state ingiustamente imputate della malattia dei propri figli. Ma si deve sempre ricordare che anche la famiglia è una vittima di questi disturbi, anche i genitori si ammalano come il proprio caro. La famiglia è una risorsa da sostenere. E’ fondamentale chiedere aiuto perché da soli non si riesce ad affrontare queste malattie”.
Il Ministero della Salute, in una sezione dedicata ai DCA che peraltro appare piuttosto datata, fornisce alcune linee guida sui disturbi più frequenti
Anoressia nervosa
Le persone che soffrono di anoressia nervosa limitano drasticamente l’assunzione di cibo e hanno
un’intensa paura di ingrassare nonostante stiano perdendo peso e/o abbiano raggiunto un grave
sottopeso. Ai comportamenti di restrizione alimentare si possono accompagnare episodi di
abbuffata, vomito autoindotto, esercizio fisico eccessivo, uso improprio di farmaci lassativi e
diuretici. Nelle donne il ciclo mestruale è perlopiù assente. Lo stato di salute e l’accrescimento sono
gravemente compromessi.
Bulimia nervosa
Le persone con bulimia nervosa presentano episodi ricorrenti di abbuffata caratterizzati dal
mangiare, in un periodo definito di tempo (per es. un periodo di due ore) una quantità di cibo
significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso
tempo e in circostanze simili, e dalla sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (per es.
sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o di non controllare cosa o quanto si sta
mangiando).
Gli episodi di abbuffata sono seguiti da ricorrenti ed inappropriate condotte
compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, uso improprio di
lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo. Anche nella bulimia nervosa i
livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo e lo stato di
salute può essere gravemente compromesso.
Disturbo da binge-eating
Le persone con disturbo binge-eating presentano episodi ricorrenti di abbuffata, ma questi non sono seguiti da condotte compensatorie. Gli episodi di abbuffata sono associati ad almeno tre delle seguenti caratteristiche: mangiare molto più
rapidamente del normale; mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni; mangiare grandi quantità
di cibo quando non ci si sente fisicamente affamati; mangiare da soli perché ci si sente imbarazzati
dalla quantità di cibo che si sta mangiando; sentirsi disgustato di se stessi, depressi o assai in colpa
dopo l’abbuffata. Inoltre è presente marcato disagio nei confronti degli episodi di abbuffata. Il
disturbo si accompagna spesso a sovrappeso o a obesità e può associarsi alla sindrome metabolica.
Disturbo Evitante/Restrittivo dell’Assunzione di Cibo (ARFID)
È un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione che si manifesta attraverso la persistente
incapacità di soddisfare le appropriate necessità nutrizionali con conseguente perdita di peso e
alterazioni della crescita; si può realizzare un quadro medico-nutrizionale sovrapponibile a quello
dell’anoressia nervosa. Le alterazioni del comportamento alimentare possono essere caratterizzate
da mancanza d’interesse per il cibo, evitamento basato sulle caratteristiche sensoriali del cibo,
preoccupazione relativa a possibili conseguenze negative del mangiare. Si tratta perlopiù di un disturbo ad esordio
precoce (età inferiore ai 13 anni) e che presenta una maggiore percentuale di maschi rispetto agli
altri disturbi alimentari.
Fra i disturbi dell’alimentazione dell’infanzia oltre all’ARFID vengono segnalati due quadri,
comunque più rari: la Pica, caratterizzata da persistente ingestione di sostanze senza contenuto
alimentare, non commestibili, e il Disturbo da Ruminazione caratterizzato da ripetuto rigurgito di
cibo, che può essere rimasticato, ingoiato o sputato.
Dorotea Rosso
Fonte immagini: Freepik
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