Alimentazione e digestione, tra le cause di questo disturbo, che vede il cuore protagonista
Un fastidioso sfarfallìo al cuore, che ci mette in allarme e, a volte, può farci pensare al peggio: l’extrasistole è un disturbo molto frequente e diffuso nella popolazione, anche in quella più giovane. E le cause, spesso, sono quelle apparentemente più banali: un’alimentazione scorretta, una digestione difficoltosa, uno stato di particolare stress, un disagio psicologico inespresso.
Extrastistole, prima di tutto una visita specialistica
Se soffrite di questo disturbo, la prima cosa da fare è rivolgersi al vostro medico curante e chiedere una visita specialistica da un cardiologo. Quest’ultimo potrà sottoporvi ad una serie di esami specifici, come l’ecocardiogramma e l’ecocardiografia, per escludere una relazione del disturbo con cause di natura organica.
Una volta esclusi problemi cardiaci, si può scoprire che la tachicardia e/o l‘extrasistolia possono dipendere dal reflusso gastrico e/o ernia iatale, e questi ultimi sono strettamente legati al tipo di alimentazione, all’orario in cui si pranza, ma soprattutto si cena, e addirittura anche dalla postura che si assume durante il pasto.

Extrasistole e digestione
Questo disturbo, spesso, si accompagna a una digestione lenta, o a reflusso gastroesofageo, evidenziando come la risoluzione dello sfarfallìo possa derivare anche dalla normalizzazione delle funzionalità gastriche. Ad essere coinvolto, in primis, è il diaframma, un muscolo soggetto agli stadi d’animo, a cui reagisce accorciandosi, spingendo sullo stomaco, posto subito al di sotto, e dando dunque origine a reflusso, alla presenza di aria nello stomaco (aerogastria), e quindi alla tachicardia, per la vicinanza della punta del cuore al muscolo diaframma.
Ogni forma di aerogastria influenza il ritmo cardiaco, dando spesso origine ad una sindrome di ansia collegata al diaframma: la persona diventa inquieta a causa delle palpitazioni e della paura di un possibile infarto e, anche quando viene rassicurata dal cardiologo, l’inquietudine non se ne va, e si può trasformare in attacchi di panico.
Le crisi acute spesso avvengono a fine pasto, specie dopo l’ingestione di bevande gassate. Il disturbo si può associare a tosse notturna, difficoltà nella concentrazione e ipoglicemia, con sonnolenza al mattino.

Extrasistole, soluzioni possibili
Anche se la persona cerca di star meglio rispetto allo stato di ansia, se non risolve il problema a livello fisico, l’angoscia psicologica permane. Ecco perché è importante elaborare un piano di trattamento fisioterapico specifico, che vada ad agire direttamente sulla risoluzione della causa.
Nel caso della tachicardia da ernia iatale e/o reflusso, una rieducazione respiratoria, attraverso l’allungamento del muscolo diaframma, può risultare molto utile. In questo contesto può essere necessario rivolgersi ad un fisioterapista che conosca la tecnica della manipolazione fasciale, tramite cui il professionista va a sciogliere gli accumuli di glicogeno, favorendo il rilassamento muscolare, anche del diaframma.
È indispensabile, comunque, fare un’analisi generale dello stato di salute psico fisica della persona, aiutarla ad elaborare anche un tipo di alimentazione alternativa, che possa rendere meno complessa la digestione, e quindi sostenere anche l’attività del muscolo del diaframma.
Extrasistole, alimentazione ideale
Come in ogni condizione di malessere, l’alimentazione riveste un ruolo importante. Anche in questo caso, mangiare in modo sano ed equilibrato, evitando alcolici, caffè, bevande gassate, cibi fritti o comunque molto conditi, dolci e insaccati, può fare davvero la differenza e aiutarvi ad eliminare, o comunque ridurre molto, la presenza di questo disturbo così fastidioso.
Inutile sottolineare che anche l’attività fisica, specie quella all’aria aperta, giova notevolmente all’organismo rispetto a tachicardia ed extrasistole: da una parte l’attività aerobica aumenta l’introduzione di ossigeno nel corpo, dall’altra il contatto con la natura, o comunque con l’esterno, aiuta la mente a rilassarsi e a controllare meglio l’ansia.
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Redazione
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