La malattia colpisce molte persone, e la società deve essere preparata ad affrontarla
“Io vedo le stelle”, è questo il claim della campagna della LICE – Lega Italiana Contro l’Epilessia, per la Giornata Internazionale per l’Epilessia 2022, in programma oggi, lunedì 14 febbraio. Un messaggio rivolto alla comunità, che invita chi convive con questo disturbo a non arrendersi alla propria condizione, ma anzi a raggiungere la consapevolezza che – con il giusto supporto – una migliore qualità della vita oggi è possibile. Il viaggio nello spazio diventa il simbolo del superamento dei propri limiti, per andare oltre le barriere che, non solo per chi soffre di epilessia, condizionano la nostra vita.
Testimonial della campagna della LICE, realizzata con il contributo non condizionato di Angelini Pharma, è Umberto Guidoni, l’astronauta italiano che nel 2001 fu il primo europeo a mettere piede sulla Stazione Spaziale Internazionale, ISS, protagonista di un video messaggio rivolto alle persone con epilessia.
Epilessia, “Fuori dall’ombra”
Anche l’associazione ‘Fuori dall’ombra – Insieme per l’epilessia’, che ha come obiettivo proprio la sensibilizzazione delle persone su questo tema, organizza interventi e iniziative di formazione a partire dalle scuole. A spiegare l’attività dell’associazione è il dottor Stefano Belloni, coordinatore di questa realtà vivace che ha molti programmi interessanti per il futuro.
Ascolta l’intervista al dott. Stefano Belloni
L’epilessia, origine e cause
Si tratta di un disturbo neurologico in cui vi è una predisposizione all’insorgenza di crisi epilettiche. È una delle malattie neurologiche più frequenti, con circa 500.000 pazienti in Italia. La crisi è un evento clinico provocato da una scarica elettrica anomala a livello della corteccia cerebrale, localizzata o diffusa, che può essere asintomatica, o provocare disturbi anche significativi.
La cosa fondamentale è individuare e utilizzare un trattamento per ridurre, o possibilmente eliminare, le crisi, sia per la possibile gravità dei sintomi, sia perché a volte le perdite di coscienza possono risultare pericolose durante alcune attività. La terapia, farmacologica o, in alcuni casi, chirurgica, è in grado di tenere sotto controllo la condizione nell’80% dei casi.

Le cause di questa patologia sono diverse a seconda che si tratti di una forma parziale o generalizzata. Può esserci la presenza di lesioni strutturali, o in altri casi la malattia può non derivare da questo tipo di danni, ed essere ereditaria. In quest’ultimo caso, la corteccia cerebrale del paziente può andare incontro a una crisi epilettica anche in assenza di cause o stimoli esterni specifici.
Esistono alcune condizioni predisponenti, quali astinenza o abuso di psicofarmaci, etilismo acuto o cronico, disordini metabolici o elettrolitici, che hanno il ruolo di fattori scatenanti in pazienti già affetti dalla patologia, ma che in certi casi possono costituire l’unica causa della malattia, e vanno pertanto corrette.
Questa malattia, in generale, ha due picchi di incidenza durante il corso della vita: il primo durante l’infanzia, il secondo nella popolazione anziana, dopo i 65 anni. Tali picchi riflettono le cause più comuni, che sono le forme generalizzate congenite, a insorgenza di solito in età infantile, e le patologie cerebrovascolari e neurodegenerative, la cui insorgenza cresce con l’aumentare dell’età.

I sintomi dell’epilessia
Nelle crisi parziali, i sintomi dipendono dall’area cerebrale interessata. Quindi a seconda del coinvolgimento dell’area motoria, sensitiva o del linguaggio possono insorgere scatti, movimenti anomali, formicolio, disturbi sensitivi, difficoltà a parlare. Sono possibili anche fenomeni visivi, gustativi, alterazioni del comportamento, sensazioni di estraneità o di deja-vu.
Fra le crisi generalizzate, i tipi più comuni sono le assenze (piccolo male) e le crisi tonico-cloniche (grande male). Nelle crisi di assenza il soggetto diventa improvvisamente incosciente, spesso a occhi aperti, di solito non cade e non presenta disturbi motori.
Alla perdita di coscienza si associano contrazioni muscolari diffuse, che provocano la caduta a terra del paziente. È spesso presente contrattura mandibolare, e successivamente un periodo di recupero di durata variabile. “Questi sintomi sono un ostacolo alla comprensione della patologia da parte della società – spiega il dottor Belloni -. Le persone non sanno come gestire un paziente epilettico, e si spaventano, e questo complica anche la vita dei suoi famigliari. La nostra associazione si impegna proprio per favorire una maggiore conoscenza e informazione, così da rendere le persone preparate ad affrontare possibili crisi”.
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Eva Franceschini
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