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Bambini con diabete, storia di una convivenza con un “cane allerta”

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Il cane allerta, una “guardia del corpo” che fiuta eventuali crisi glicemiche e avverte il pericolo. Il Italia ci sono 20 mila bambini e adolescenti con diabete mellito (Tipo 1) insulino-dipendente.

La gestione del diabete è molto impegnativa per un adulto. Nel caso di bimbi molto piccoli il controllo dei picchi glicemici, nonostante gli alert dei sensori sottocutanei, diventa molto complesso soprattutto di notte. La paura e il rischio è di non sentire gli avvisi. E così i genitori a volte non dormono.

Storia di una convivenza con un cane sentinella

In questa intervista vi raccontiamo l’esperienza di Michele, il papà di una bambina di due anni diabetica praticamente dalla nascita. La diagnosi è arrivata quando la piccola aveva soli dieci mesi attraversando momenti molto delicati. Una diagnosi che ha dato il via ad un percorso che ha coinvolto la famiglia impegnata nella gestione della malattia. E nella quotidianità, giorno e notte, accanto alla piccola c’è un cane allerta diabete che segnala le variazioni della glicemia.

Progetto Serena Onlus

La famiglia si è affidata al Progetto Serena Onlus, un’associazione nata 2013 e al papà del progetto Roberto Zampieri che ha addestrato e preparato Gea, una cagnolina Jack Russel in grado con il suo fiuto di percepire eventuali crisi di ipo o iperglicemie imminenti e comunicarlo tempestivamente.

«Scoprire la malattia della nostra piccola è stato un colpo tremendo – racconta Michele – e il momento più difficile è stato quando nostra figlia è entrata in coma a causa della malattia. Abbiamo pensato subito ad un cane che potesse aiutarci. Cercando in internet abbiamo conosciuto il Progetto Serena, ci siamo messi in contato con il fondatore Roberto Zampieri che con noi è stato fantastico. Ci è stato molto vicino durante il ricovero della bimba e ci ha seguiti in tutto l’iter: la ricerca di un cane sentinella e ci ha aiutati a trovare i fondi per l’addestramento e per questo dobbiamo ringraziare AILD Associazione Italiana Lions per il Diabete di Rovigo.

La vita con Gea

«Ed è arrivata Gea, un Jack Russel di due anni, la stessa età di nostra figlia e che è sempre con noi, dove è possibile. La nostra giornata tipo è con lei: fa colazione con noi alla mattina, giochiamo al parco, dorme nel nostro letto, la notte è il momento più importante, Gea controlla come sta la bimba, si appoggia sulla sua schiena.»

La prima “segnalazione”

«La segnalazione più eclatante è stata durante un pranzo a casa di parenti. C’era molta confusione, nostra figlia stava giocando sul divano e Gea è venuta a grattarmi le gambe e ci accompagnati dalla bimba , ci ha fatto capire che qualcosa non andava, in effetti stava andando in iperglicemia, siamo intervenuti somministrando l’insulina e tutto si è risolto in poco tempo. Gea è stata fondamentale.»

Gea e la sua padroncina

Il fiuto arriva prima della tecnologia

«I sensori  per  il monitoraggio della glicemia purtroppo hanno un ritardo nel rilevamento, poiché monitorizzano gli zuccheri a livello cutaneo ma non nel sangue, pertanto c’è un ritardo nell’accorgimento di 10-15 minuti, quando la crisi è già quasi in atto. Gea e i cani allerta come lei fiutano il “pericolo” in tempo per intervenire senza complicazioni.

È una grande sicurezza soprattutto nella fase di cambio del sensore sottocutaneo che ci lascia scoperti per un paio d’ore, il tempo del ripristino della funzione di quello nuovo e le misurazioni vengono fatte con digitopuntura, ma la bimba non è molto propensa  a pungere il ditino per molte volte, in una giornata siamo arrivati anche a dieci. Con Gea accanto possiamo evitare tutte queste misurazioni.

La presenza costante dei genitori di bimbi diabettici

«La bimba essendo piccola ha variazioni glicemiche molto veloci e di notte purtroppo capita che vada prima in ipo e poi in iperglicemia molto velocemente, anche due-tre volte. Capita che ci addormentiamo e non sentiamo il sensore che ci avverte, è in quei momenti che la cagnolina ci chiama, viene a grattarci con la zampina e quello lo sentiamo…»

Preparazione e addestramento, si fa tutto in famiglia

«L’addestramento dura circa due anni, nel nostro caso essendo la bimba molto piccola la priorità è creare un rapporto stretto tra i due. Ora è più facile, gioca e interagisce di più di quando aveva un anno.  All’inizio si fanno annusare al cane dei campioni di saliva e quando capisce che appartengono alla piccola si lavora direttamente su quest’ultima e si fanno degli esercizi: “nascondiamo” la bambina in modo tale che il cane la debba cercare, oppure nascondiamo il campione, magari nella tasca del vestitino in modo che Gea si metta al lavoro per trovarlo. La loro è una vita a due, in simbiosi, vanno a passeggio assieme, come due amiche.»