Cos’è la demenza e quali sono le prospettive per la cura? A PuntoSalute focus su una delle patologie più diffuse nei paesi industrializzati. Con Luigi Cavalieri, direttore di ProfiloSalute
Demenza
Ogni 3 secondi 1 persona al mondo sviluppa questa patologia. Nel mondo sono presenti otre 55 milioni di casi di demenza, di cui oltre 1 milione in Italia. Il 75% dei casi è sottodiagnosticato, 1 medico su 3 pensa non si possa fare nulla per la demenza. Il 62% delle persone pensa che sia parte del normale processo di invecchiamento.
Ma cos’è la demenza?
E’ una sindrome clinica caratterizzata dalla perdita progressiva delle funzioni cognitive di entità tale da interferire con le usuali attività sociali e lavorative del paziente. Quando pensiamo alla Demenza, facciamo spesso riferimento alla malattia di Alzheimer, ma è importante sapere che ne esistono forme diverse: da quelle a genesi vascolare, a corpi di Lewy o le fronto-temporali. I domini cognitivi coinvolti possono essere diversi.

Sicuramente quello più noto è la memoria a breve termine, ma possono essere compromesse altre funzioni cognitive: il linguaggio, le abilità prassico-costruttive, quelle visuo-spaziali o il modo di comportarsi. Fondamentale è il riconoscimento di sintomi precoci, che devono indurci in allarme: confusione con tempi e luoghi, problemi nella programmazione, cambiamenti di umore e personalità, difficoltà a copiare le immagini visive e i rapporti spaziali, ritiro dal lavoro o dalle attività sociali, difficoltà nel completare le attività routinarie, problemi nel parlare o nello scrivere, ridotta o scarsa capacità di giudizio, difficoltà a ritrovare le cose e a ripercorrere i propri passi, perdita di memoria.
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Nel caso riscontrassimo questi campanelli d’allarme, che fare?
Il primo passo è sicuramente di rivolgersi al proprio medico di famiglia, che, dopo opportuna visita, potrà decidere, se prescrivere degli esami di approfondimento diagnostico e, soprattutto, se inviare il paziente ad un Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze. Il Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) è una struttura clinica focalizzata sulla prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle diverse forme di demenza. Il paziente, che si rivolge al CDCD, segue un iter diagnostico multidimensionale, volto ad approfondire gli aspetti anamnestici, cognitivi, comportamentali e funzionali, al fine di formulare una diagnosi accurata e programmare un Piano di trattamento adeguato per le specifiche esigenze dell’individuo.
Quali sono le possibilità terapeutiche?
Purtroppo è una patologia degenerativa, ad andamento evolutivo. Le strategie terapeutiche in nostro possesso si avvalgono di interventi farmacologici e non.
Luigi Cavalieri
Dal sito del Ministero della Salute
La demenza è una malattia cronico degenerativa caratterizzata dalla progressione più o meno rapida dei deficit cognitivi, dei disturbi del comportamento e del danno funzionale con perdita dell’autonomi e dell’autosufficienza con vario grado di disabilità e conseguente dipendenza dagli altri, fino alla immobilizzazione a letto.
Tale patologia, in crescente aumento nella popolazione generale, è stata definita secondo il Rapporto OMS e ADI del 2012 “una priorità mondiale di salute pubblica”. Il maggior fattore di rischio associato all’insorgenza della demenza è l’età. Il progressivo incremento della popolazione anziana comporterà un aumento della prevalenza dei pazienti affetti da demenza. In Italia, il numero totale dei pazienti con demenza è stimato in oltre un milione (di cui circa 600.000 con demenza di Alzheimer) e circa 3milioni sono le persone direttamente o indirettamente coinvolte nell’assistenza.
Piano Nazionale delle Demenze
Gli obiettivi del Piano nazionale demenze
Questi gli obiettivi principali del documento:
- Interventi e misure di politica sanitaria e sociosanitaria: aumentare le conoscenze della popolazione generale, delle persone con demenze e dei loro familiari e dei professionisti del settore, ciascuno per i propri livelli di competenza e coinvolgimento, su prevenzione, diagnosi tempestiva, trattamento e assistenza delle persone con demenza con attenzione anche alle forme a esordio precoce. Conseguire, attraverso il sostegno alla ricerca, progressi nella cura e nel miglioramento della qualità della vita delle persone con demenza e dei loro carer. Organizzare e realizzare le attività di rilevazione epidemiologica finalizzate alla programmazione e al miglioramento dell’assistenza, per una gestione efficace ed efficiente della malattia
- Creazione di una rete integrata per le demenze e realizzazione della gestione integrata: promuovere la prevenzione, la diagnosi tempestiva, la presa in carico, anche al fine di ridurre le discriminazioni, favorendo adeguate politiche di intersettorialità. Rendere omogenea l’assistenza, prestando particolare attenzione alle disuguaglianze sociali e alle condizioni di fragilità e vulnerabilità socio-sanitaria
- Implementazione di strategie e interventi per l’appropriatezza delle cure:
migliorare la capacità del SSN nell’erogare e monitorare i servizi, attraverso l’individuazione e l’attuazione di strategie che perseguano la razionalizzazione dell’offerta e che utilizzino metodologie di lavoro basate soprattutto sull’appropriatezza delle prestazioni erogate. Migliorare la qualità dell’assistenza delle persone con demenza al proprio domicilio, presso le strutture residenziali e semiresidenziali e in tutte le fasi di malattia. Promuovere l’appropriatezza nell’uso dei farmaci, delle tecnologie e degli interventi psico-sociali - Aumento della consapevolezza e riduzione dello stigma per un miglioramento della qualità della vita: supportare le persone con demenza e i loro familiari fornendo loro corrette informazioni sulla malattia e sui servizi disponibili per facilitare un accesso ad essi quanto piu’ tempestivo possibile. Migliorare la qualità di vita e della cura e promuovere la piena integrazione sociale per le persone con demenze anche attraverso strategie di coinvolgimento personale e familiare. Favorire tutte le forme di partecipazione, in particolare attraverso il coinvolgimento delle famiglie e delle Associazioni, sviluppando non solo l’empowerment delle persone ma anche quello della comunità. In questo contesto le amministrazioni regionali si attivano per il coinvolgimento anche delle Associazioni locali.