favorite
Tags
covid e kraken

Covid: avanza “Kraken”, più contagiosa ma non grave

Condividi

Si chiama “Kraken” ed è una sottovariante di Omicron apparsa in America. Secondo il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) potrebbe diventare dominante in Europa

L’Oms raccomanda di continuare le vaccinazioni torna a consigliare l’uso della mascherina, soprattutto negli spazi chiusi.

I virologi di tutto il mondo inseguono le sottovarianti Omicron che governano ormai la pandemia da Covid-19 da circa un anno. Fra le ultime sorvegliate speciali c’è XBB (Gryphon)  e ora la sottovariante di Omicron XBB. 1.5 che prende il nome dal mitologico mostro marino norvegese che ha attraversato l’Atlantico.

Una nuova variante che spaventa. Kraken corre, negli Stati Uniti si sta diffondendo rapidamente, ma secondo l’OMS – l’organizzazione Mondiale della Sanità è stata identificata in ameno 28 paesi. Il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), prevede che nel giro di 2-3 mesi possa diventare dominante anche in Europa ma aggiunge anche una nota rassicurante, l’infezione non sembra diversa dalle varianti Omicron già diffuse, soprattutto per le persone sane e vaccinate. In Italia la situazione non preoccupa particolarmente, gli indicatori ospedalieri sono stabili o in calo.

La pandemia nel mondo

Le caratteristiche

Kraken rappresenta al momento l’82% dei casi di Covid negli Stati Uniti e solo il 2,5% in Europa, ma come osserva l’OMS si tratta della sottovariante più facilmente trasmissibile, la più contagiosa vista finora ma non più pericolosa delle precedenti: nessun dato lo evidenzia in termini di malattia grave e decessi. XBB1.5 è “attenzionata” dalla comunità scientifica perché mostra una capacità di fuga immunitaria, di eludere l’immunità naturale o la protezione fornita dai vaccini e reinfettare le persone guarite dal covid-19. Attualmente la situazione più grave resta quella in Cina: secondo uno studio dell’Università di Pechino, l’11 gennaio i contagiati erano 900 milioni, più di metà della popolazione.

Coronavirus, nuova variante

I sintomi

I sintomi della malattia sono simili a quelli dell’influenza e non sono diversi da quelli delle precedenti varianti del Covid-19 : dai 5 ai 7 giorni di febbre, mal di gola, tosse, congestione nasale, dolori muscolari, stanchezza. Le persone vulnerabili possono incorrere in problemi respiratori anche gravi. Meno frequenti la perdita di gusto e dell’olfatto. In caso di contagio, per gli over 60 e fragili si consiglia di avvertire il medico e iniziare subito la terapia anti-virale. In ogni caso è meglio evitare il contagio a tutte le età, anche per non incorrere nel long Covid.

I vaccini

Anche con questa variante non bisogna abbassare la guardia, è necessario difendersi dal virus. Come? L’Oms raccomanda la somministrazione di ulteriori dosi di vaccino ai gruppi prioritari, le categorie fragili. Uno studio appena pubblicato sul New England Journal of Medicine dimostra che i richiami con i vaccini bivalenti (contro BA.4-5) sono in grado di proteggere dai nuovi coronavirus, al contrario dei “vecchi” vaccini monovalenti.

Il vaccino contro il Covid-19

L’uso delle mascherine, linee guida OMS

E si torna alle “vecchie” e sane abitudini. L’Oms lancia un appello e raccomanda l’uso delle mascherine soprattutto negli spazi chiusi -“precauzioni che continuano ad essere uno strumento chiave contro il Covid” – se si sospetta di essere contagiati e comunque per “chiunque si trovi in uno spazio affollato, chiuso o scarsamente ventilato”. E questo “indipendentemente dalla situazione epidemiologica locale, data l’attuale diffusione del virus a livello globale”. Le nuove linee guida dell’Oms consigliano però anche che un paziente con Covid “possa essere dimesso dall’isolamento in anticipo se risulta negativo a un test antigenico rapido“. Senza test invece, per i pazienti con sintomi, bastano 10 giorni di isolamento dalla data della loro insorgenza. Per gli asintomatici, l’Oms suggerisce di dimezzare a 5 giorni l’isolamento in assenza di test.

L’uso delle mascherine nei luoghi chiusi

Il telelavoro

Di fronte alla persistenza del virus dopo tre anni dalla sua comparsa, anche l’Ecdc raccomanda di «eseguire test e sequenziamento appropriati, aumentare le vaccinazioni per rafforzare le misure di prevenzione e controllo delle infezioni». E aggiunge che dovrebbero essere presi in considerazione anche interventi non farmaceutici come restare a casa in caso di malattia, e telelavoro.

Fonte immagini: Pexels/Pixabay/Unsplash

Fonte Contenuto: Ansa, OMS, ECDC