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indica utilizzo di mascherina anti coronavirus

Covid-19, ultimi aggiornamenti: “Non abbassiamo la guardia”.

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Malgrado il leggero calo di contagi e decessi da più parti arriva l’invito a non mollare sulle misure restrittive. Intanto in Veneto parte “l’operazione sorveglianza attiva”. “Bisognerà attendere i primi di aprile prima di riuscire a vedere gli effetti delle misure più restrittive adottate l’11 marzo scorso” è la valutazione del fisico Giorgio Parisi, esperto di sistemi complessi dell’Università Sapienza di Roma e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. La stima è calcolata sulla base del tempo medio che trascorre fra la comparsa dei sintomi e il decesso, stimato in circa 26 giorni. “Negli ultimi dieci giorni il numero dei decessi sta rallentando rispetto alla prima crescita esponenziale, quando raddoppiava ogni 2 giorni e mezzo. Recentemente sta aumentando progressivamente di 100 unità al giorno”, ha spiegato Parisi rilevando che la curva della mortalità sembra quindi dover continuare a crescere, anche se più lentamente. E continuano intanto i controlli da parte delle forze dell’ordine che ieri hanno fermato oltre 150 mila persone su tutto il territorio nazionale, denunciandone oltre 10 mila per violazione delle misure restrittive. Sul fronte del bollettino medico per oggi da più parti si prevedono dati simili a quelli di ieri, con quasi 4.000 positivi e 651 decessi, impressionante il numero degli operatori sanitari contagiati: 4.824. In Veneto al via l’operazione “sorveglianza attiva” annunciata da Luca Zaia, presidente della regione che dall’inizio dell’epidemia ha puntato sui tamponi di massa. L’attività è coordinata dal professor Andrea Crisanti direttore dell’unità operativa complessa di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova che ne ha illustrato i dettagli stamattina nel corso della consueta conferenza stampa di aggiornamento dalla sede della protezione civile di Marghera. “Le epidemie si combattono in ospedale, a casa, interrompendo i contatti, – ha detto Crisanti – e con la sorveglianza attiva, cioè con l’individuazione di chi inconsapevolmente può trasmettere la malattia”. E’ proprio a questo che è destinato il grande sforzo della regione che ha mobilitato non solo personale ma anche attrezzature per le diagnosi in modo da praticare ed analizzare i tamponi in primis a tutti coloro che devono continuare a lavorare a stretto contatto con le persone (personale medico,uffici pubblici e forze dell’ordine). Si parte da Padova ma poi tutte le province verranno coinvolte nel progetto. “Questo, – ha detto il professor Crisanti – porterà ad un aumento dell’individuazione dei casi positivi e per contro ad una diminuzione delle persone in terapia intensiva, i dati andranno di pari passo”. Dorotea Rosso ©2020 – Radio Wellness®