Difficile distinguere il coronavirus da altri virus di stagione. Il tampone resta il passaggio risolutivo per togliere ogni dubbio, sostiene la dott.ssa Elena Bozzola. E alle famiglie dice:”Il pediatra è il vostro miglior alleato”.Ascolta i consigli della dott.ssa Elena Bozzola, pediatra Ospedale Bambino Gesù Roma e Segretario nazionale SIP, Società Italiana di Pediatria
I sintomi dei virus nei bambini
E’ difficile distinguere tra coronavirus e il virus dell’influenza – ci spiega la dott.ssa Bozzola – sono entrambi virus e quindi si propongono in modo simile anche se con aggressività diversa. Essendo così simili condividono anche molti dei sintomi con cui si presentano:
febbre
tosse
sensazione di malessere
affaticamento
Quando siamo “fortunati” i bambini più grandi riescono a dare al medico delle indicazioni più precise, per esempio i bimbi ci raccontano di perdita di gusto e olfatto e questo, a tutt’oggi, è il sintomo più tipico del coronavirus, quello che lo distingue dalla normale influenza di stagione in maniera più marcata. Questo permette al pediatra di arrivare prima alla diagnosi.Altri “campanelli d’allarme”Attenzione anche ad altri sintomi come diarrea e vomito. I sintomi gastrointestinali non devono escludere a priori che si possa trattare di coronavirus perchè, a differenza dell’adulto, nel bambino si può manifestare anche così.
Bambini con sintomi: che fare
Ricordiamo alle famiglie – ha sottolineato la dott.ssa Bozzola – che hanno un grande alleato: il proprio pediatra, al quale si devono rivolgere per ogni dubbio con una telefonata, con video o un messaggio. E’ fondamentale contattare il pediatra e che il bambino venga visitato per sincerarsi che non abbia una patologia curabile, ad esempio, con un antibiotico.
Cosa NON fare
Essenziale anche non ricorrere al fai-da-te o ai consulti nelle chat delle amiche. Non prendere per oro colato quello che si trova nei social network e poi non serve fare incetta di farmaci. Bisogna prendere e usare scrupolosamente quelli prescritti dal pediatra.Bimbi e mascherine
Carica virale dei bambini
Alla dott.ssa Bozzola abbiamo chiesto un’opinione sul recente studio pubblicato sul Journal of Clinical Microbiology e coordinato da esperti della Harvard Medical School di Boston sulla carica virale del Covid-19 sui bambini e ragazzi. Lo studio in questione, in sintesi, evidenzia come gli asintomatici analizzati presentassero una carica virale sempre inferiore a quella dei coetanei con sintomi. In non pochi casi la carica era talmente bassa che l’infezione non sarebbe stata scoperta con un test rapido, meno sensibile del tampone. “Ho letto questa ricerca – ci ha detto l’esperta – anche con un certa dose di speranza, non solo da medico ma anche da mamma. Lo studio è rassicurante, ma per contro, segnalo anche un recente articolo pubblicato su The Journal of Pediatrics in cui si dice che su circa 200 bambini e adolescenti analizzati, è stata trovata una carica virale elevata anche i soggetti asintomatici.Mi sento, su tutto, di ricordare che i nostri bambini non sono immuni da Covid-19, questa è una fake news che è circolata ma abbiamo capiti che non è così, anche loro si possono ammalare. Quindi dobbiamo proteggerli utilizzando le mascherine, il distanziamento, il lavaggio delle mani. Trasmettiamo loro queste regole per tutelare loro e noi”.
Usare le mascherine
Anche i più piccoli devono indossare le mascherine. Il prof. Perilongo, direttore Dipartimento Salute Donna e Bambino dell’azienda ospedaliera di Padova avverte: “ Le regole sono quelle valide per gli adulti ma dobbiamo tutelare i nonni”. Giorgio Perilongo, direttore del Dipartimento Salute Donna e Bambino dell’azienda Ospedale e Università di Padova, ai microfoni di Radio Wellness, consiglia: “I bambini devono indossare le mascherine quando entrano in contatto con persone che non fanno parte del nucleo familiare e quando si trovano in situazioni di affollamento e le possono indossare anche a partire dai 2 anni. Quando si tratta di bambini al di sotto di questa fascia d’età, se applicate in maniera rigida, le mascherine potrebbero portare a qualche disagio nel piccolo. Molto meglio dotare il passeggino o la carrozzina di quella schermatura che si usa come antipioggia o antivento”. Attenzione particolare, continua Perilongo, ai bambini con problemi neurologici o respiratori, chi soffre di asma non riesce a tollerare di avere le vie respiratorie coperte perciò meglio evitare le situazioni a rischio. “Un piccolo trucco per far tenere la mascherina – suggerisce il professor Perilongo – è quello di spiegare bene a cosa serve e magari inventare un gioco al quale associare l’uso del dispositivo di sicurezza, come per esempio essere un supereroe che non deve essere riconosciuto”. La tipologia di mascherina da usare per i bambini è la classica chirurgica, per bimbi con malattie croniche meglio la ffp2 che offre maggiore protezione da possibili contagi. Attenzione sempre che siano indossate correttamente, con la barretta di metallo ben aderente al profilo del naso.“Un occhio di riguardo poi – ha concluso Perilongo – va riservato alla tutela dei nonni. I bambini possono trasmettere il virus. Quindi, se i nonni o parenti anziani vivono in casa con bambini sarebbe bene tenere le distanze, con luoghi separati di convivenza”. Leggi anche il nostro articolo sulle visite pediatriche in videochiamata
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