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ARFID

ARFID, il disturbo alimentare che colpisce spesso in età pediatrica

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Si chiama ARFID, la tipologia di comportamento alimentare che colpisce soprattutto i bambini. Sembra essere un disturbo che colpisce principalmente soggetti in età pediatrica e che spesso può portare a deficit della crescita. 

Ce ne parla il dott. Giuseppe Banderali, Consigliere Nazionale SIP – Società Italiana di Pediatria

Arfid, cos’è nello specifico?

“L’Arfid è un disturbo alimentare che compare spesso in età pediatrica e consiste nell’evitare o selezionare solo alcune tipologie di alimenti. Si tratta di un comportamento che influisce in maniera importante sull’alimentazione, provocando in alcuni casi dei gravi deficit nutritivi o comportamenti psico sociali alterati.” afferma il dott. Banderali.

ARFID
ARFID – fonte immagine Pexels
Come possiamo distinguere dei semplici capricci dal disturbo vero e proprio?
 
“Il primo segnale è un bambino che evita totalmente il cibo e che fatica a sedersi a tavola. Un altro aspetto a cui far caso è se il bambino manifesta un disgusto di tipo sensoriale nei confronti ad esempio dei cibi verdi. Altri bambini ancora invece, manifestano paura nelle conseguenze che può provocare un determinato alimento come ad esempio la paura di avere mal di pancia, paura di vomitare o addirittura di soffocare.”  
 
Quali possono essere le cause di questo disturbo?

“Solo nel 2013 l’ARFID è stata riconosciuta come patologia vera e propria, riscontrando le cause in diverse condizioni come il livello di suscettibilità del bambino. Vi sono poi dei fattori scatenanti a far sì che il problema si evidenzi maggiormente.”

Alimentazione bambini
Alimentazione bambini – fonte immagine Pexels
Che consigli potremmo dare ai genitori che affrontano questo problema?

“Occorre anzitutto avere una diagnosi del disturbo stesso onde evitare di confondere un semplice capriccio del bambino. Dopodichè, una volta appurata la situazione di ARFID e dunque la continuità di un comportamento che provoca criticità fisiche e psichiche, si inizierà un percorso dedicato a seconda della gravità del disturbo.” 

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