
26 novembre: Giornata della Carenza di Ferro. Donne in età fertile e pazienti con scompenso cardiaco al centro dell’attenzione
Il 26 novembre si celebra la Giornata della Carenza di Ferro, giunta quest’anno alla sua quinta edizione. Focus dell’iniziativa è aumentare la consapevolezza sull’importanza del ferro per il nostro organismo e i rischi legati alla sua carenza. Quest’anno l’attenzione riguarda in particolare le donne in età fertile, specialmente durante la gravidanza e i pazienti affetti da scompenso cardiaco, mediante una campagna promossa dalla European Kidney Alliance, l’Heart Failure Policy Network, la Anemia Alliance e il contributo di Vifor Pharma Italia. La carenza di ferro è una condizione di cui soffre una persona su 3 nel mondo. Una problematica ancor poco conosciuta e sotto diagnosticata, anche a causa di una sintomatologia aspecifica, ma che può essere molto debilitante e se prolungata nel tempo, portare a gravi conseguenze per la salute. Affaticamento, pallore, fragilità alle unghie, perdita di concentrazione, irritabilità e in alcuni casi picacismo (dediderio di ingerire cose non commestibili come ghiaccio e argilla), sono tra i segnali più comuni per riconoscerla.
Il ferro è essenziale per la produzione dei globuli rossi, assicura il buon funzionamento di cuore, cervello e muscoli scheletrici, ricoprendo un ruolo fondamentale anche nel combattere infezioni e malattie. Scarse riserve di questo prezioso oligoelemento nel nostro organismo comportano scompensi a metabolismo, salute fisica e mentale, produttività e funzionalità sessuale. Secondo i dati dell’OMS la carenza di ferro può causare una riduzione del 30% dell’attività fisica.
In riferimento alle donne in età fertile, la carenza di ferro risulta una problematica abbastanza comune (ne soffre quasi una donna su 3), ed è associata principalmente alle perdite di sangue dovute al ciclo. Ancor più delicato poi è il periodo della gestazione dove il fabbisogno di ferro triplica per garantire il corretto sviluppo di placenta e feto, specialmente per lo sviluppo cerebrale e del sistema immunitario. Lo stato anemico nelle donne in gravidanza può quindi comportare il rischio di parto prematuro e bambini sottopeso. Anemia che può protrarsi anche dopo il parto con maggior probabilità di depressione post partum, ansia e insufficienza primaria di lattazione. La carenza marziale può portare un rischio anche nei pazienti affetti da scompenso cardiaco. “Aumenta il rischio di mortalità di oltre il 40%, causa un peggioramento della qualità di vita e riduce di oltre il 10% la capacità di esercizio fisico che è invece fondamentale per mantenere in buone condizioni la funzionalità cardiaca” afferma Maurizio Volterrani, Primario di Cardiologia presso l’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma.
Redazione
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