18 maggio, l’Italia si rimette in piedi
Oggi, lunedì 18 maggio, il nostro Paese prova a ripartire tra la voglia di normalità, il dramma di chi ha perso il lavoro e i timori di possibili aumenti dei contagi. Su tutto il monito degli esperti: “I nostri devono essere comportamenti responsabili”. La messa di Papa Francesco sulla tomba di Giovanni Paolo II nel centenario della nascita del pontefice polacco stamattina (18 maggio 2020) ha segnato la ripresa della “quasi” normalità per il nostro Paese, dopo due mesi di lockdown.
Riaperta dunque San Pietro, così come le nostre città.
A Milano, sin dalle 6 del mattino si è rilevato un maggior afflusso di passeggeri sulla linea rossa della metropolitana. L’autobus sostitutivo che è stato in funzione prima della ripresa delle corse della metro da Sesto San Giovanni aveva sul display la scritta ‘completo’. A bordo, in particolare, persone che andavano a garantire l’apertura di uffici e negozi. Tutti avevano la mascherina di protezione, non tutti i guanti.
In Sardegna libero accesso a tutte le spiagge. E’ quanto prevede la nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione, Christian Solinas. L’ordinanza prevede anche all’art.1 l’obbligo di mascherina in tutti i locali aperti al pubblico e anche nei luoghi all’aperto “laddove non sia possibile mantenere il distanziamento di almeno un metro”. Stop all’autocertificazione: da oggi ci si potrà muovere senza dover compilare moduli. Quindi via libera anche alle visite agli amici, ma sempre mantenendo il distanziamento di un metro, con la mascherina tirata su ed evitando assembramenti. Anche in auto vale la regola del metro di distanziamento, quindi in una vettura a cinque posti si può andare in tre. Però senza varcare i confini della propria regione, cosa possibile solo per motivi inderogabili di lavoro o salute fino al 2 giugno. Poi ognuno potrà spostarsi lungo tutta la penisola. Negozi, bar e ristoranti: un po’ ovunque le regole da rispettare sono il metro di distanza da chi ci sta accanto, la pulizia delle mani ovunque si entri e la mascherina tirata su, al chiuso o all’aperto, quando non è possibile mantenere il distanziamento di sicurezza. Un metro è la distanza tra i tavoli del ristorante o al bancone del bar. Se allo stesso tavolo non si riesce a mantenere il metro di sicurezza si alza la barriera in plexiglass, salvo non si sia conviventi. Vietate le consumazioni a buffet e per ordinare si dovrà favorire la consultazione on line. Personale sempre con la mascherina, mentre il conto meglio se saldato in modalità elettronica. Anche per i negozi vale la regola del metro sia quando si è in fila per entrare che all’interno. Mascherina obbligatoria per tutti e guanti quando si maneggiano vestiti o scarpe. Parrucchieri e centri estetici: solo su appuntamento, dopo una prima fase di rodaggio probabilmente anche il lunedì o la domenica. Dopo ogni trattamento gli strumenti come forbici e pettini dovranno essere sterilizzati. Ogni cliente indosserà una mantella o un grembiule, che sarà monouso come del resto gli asciugamani. Stesse regole nei centri estetici, dove però non si potranno utilizzare né sauna né bagno turco. Spiagge: negli stabilimenti si andrà solo prenotando, poi in spiaggia lettini o sdraio distanziati almeno di un metro e mezzo da quelli del vicino mentre ad ogni postazione con ombrellone e lettini dovranno essere riservati 10 metri quadri, che significa due metri tra un ombrellone e l’altro e due e mezzo tra file di ombrelloni. Inservienti e clienti sempre con la mascherina, che questi ultimi potranno togliere raggiunta la postazione. Nelle spiagge libere distanza di un metro, si ai racchettoni, no al beach volley. Dal 25 MAGGIO palestre a piscine aperte: bisognerà però prenotare e mentre ci si allena sarà necessario tenersi a distanza di sicurezza di almeno due metri, che scendono a uno quando non si sta svolgendo attività fisica. Per sicurezza i gestori dovranno tenere un elenco delle presenze per 14 giorni, in modo da sapere chi contattare in caso un frequentatore risultasse poi positivo. Bisognerà cambiarsi le scarpe appena arrivati. La doccia nello spogliatoio si potrà fare, ma solo se è possibile essere distanziati di un metro o se si è separati da apposite barriere. E gli indumenti negli armadietti dovranno rimanere dentro la propria borsa. Regole più o meno identiche in piscina, dove per evitare addensamenti in vasca ad ognuno dovranno essere riservati almeno sette metri quadri di superficie acquatica. Si riprende anche con cinema e teatro, ci si potrà andare però con molte regole in più, prenotando e senza mangiare durante gli spettacoli. Niente da fare, almeno per il momento, per le discoteche, dove far rispettare le distanza viene considerata un’impresa impossibile. L’estate però è la stagione degli spettacoli all’aperto, così il governo ha stabilito il numero massimo di spettatori. All’aperto non potranno partecipare più di 1000 persone. La soglia scende a 200 persone per gli spettacoli al chiuso, per singola sala. A teatro, nelle sale da concerto e al cinema, i posti saranno «preassegnati e distanziati», con almeno un metro fra uno spettatore e l’altro. Le Regioni possono stabilire una diversa data in relazione al contagio. Al cinema e al teatro bisognerà indossare la mascherina.
Su tutto vige il monito degli esperti: “Il tentativo va fatto, la gente non ne può più di stare in casa, molte attività economiche rischiano di morire, e muore anche chi ci lavora – ha detto Massimo Galli, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano – e se l’apertura avviene è perché non ci sono alternative, ma dobbiamo viverla con il massimo senso di responsabilità nei nostri comportamenti».
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